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AUSTRALIA III: Un pò di storia…

Chi l’ha detto che l’Australia non abbia un’interessante storia da approfondire?

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Dalla collina dell’Osservatorio di Sydney

In Europa abbiamo la presunzione di pensare che è storia solo quello che parte dagli antichi Romani, Greci ed Egizi e che poi passa attraverso il Rinascimento….Pur se vero che l’Australia è stata una terra completamente non civilizzata fino al 1788…di interessanti fatti in 230 anni ne sono comunque avvenuti! Senza contare poi la profonda eredità culturale Aborigena.

Come l’hanno definita diversi storici, questa ex-colonia inglese è una nazione nata già moderna. Mentre gli Stati Uniti hanno in parte ricalcato il percorso storico/economico dell’Europa, anche se secoli dopo, qui tutto sembra iniziato già “con il piede giusto”. Non un’economia di sussistenza ma commercio fin da subito.

Ma come è iniziato tutto?

Trovo molto affascinante ed originale la loro storia. Tutto parte da carceri sovraffollate in Inghilterra, l’indipendenza delle colonie americane e la ricerca di nuove terre.

E’ in quel momento che il capitano James Cook  ed Arthur Philips, poi primo CIMG8973governatore della colonia, avvieranno  il futuro di un nuovo continente a nome del sovrano inglese George III in cerca di riscatto.

Dai tempi di Pitagora si era ipotizzata la presenza di un continente “australe”, posto all’incirca in quella localizzazione, quasi a controbilanciare le masse dei continenti dell’emisfero boreale. Altre teorie stravaganti la volevano abitata da una popolazione mostruosa avente i piedi rivolti all’indietro. Per quanto fosse bizzarra la teoria Pitagorica, quella terra “Down under”, agli Antipodi del mondo conosciuto, esisteva davvero. Solo nel ‘600  gli Olandesi ne avvistarono le coste, senza però raggiungerla. In spedizioni successive furono ancora loro i primi a sbarcare nel Nord del continente e successivamente in altre zone, ma l’insieme del territorio inospitale da cui non seppero trarre risorse utili e degli Aborigeni bellicosi, non spinsero gli Olandesi a proseguire in modo determinato nella conquista di questi territori.

L’Inghilterra, al contrario, aveva bisogno di dimostrare la sua potenza dopo aver perso le colonie nell’America del Nord nel 1783. Quando Cook a bordo dell’Endouver approcciò le coste australiane nel tratto di Botany Bay nel 1786, e poi sbarcò leggermente più a nord, a Port Jackson, l’attuale Sydney, per esplorare il territorio, gli Aborigeni erano vissuti CIMG8983indisturbati fino a quel momento, dedicandosi alla caccia e pesca ed ispirati dalla cosiddetta filosofia del “daydream”, l’equivalente nella loro cultura di un concetto religioso ed ancora profondamente sentito. Erano nomadi, non avevano costruito nulla, nè organizzato un sistema agricolo e questo fu sufficiente per il capitano Cook per dichiarare il territorio raggiunto “terra nullius” ossia “terra di nessuno”…dichiarazione con pesanti ripercussioni fino all’epoca attuale. Basta un giro in qualunque museo della nazione (e soprattutto il piano inferiore dell’Australian Museum oltre che il Sydney Museum) per capire quanto scottante sia ancora questo tema.

Non solo la popolazione Aborigena fu decimata all’epoca da malattie e scontri, ma fu proprio la loro cultura, quello in cui credevano, ad essere minato allora come ora. La popolazione crede nell’appartenenza alla terra che gli è stata sottratta… da sempre, da prima che esistesse qualunque cosa!  Il mare, le colline, gli alberi,…sono come divinità e loro appartengono a quel luogo ed a nessun altro. L’alterazione e lo sfruttamento intensivo del loro ambiente naturale è già in sè una violazione del loro credo. In qualche modo sono degli ecologisti convinti ed il loro non praticare la coltivazione intensiva e l’essere nomadi rientra nel concetto di non sfruttamento completo delle risorse….”Si prende solo quello che sarà utilizzato”, senza sprechi nè utilizzo eccessivo.

Il 26 gennaio 1788 è Arthur Philips ad essere al comando della First Fleet, comprendente le nove navi della flotta che avrebbe condotto più di 700 detenuti nel loro nuovo luogo di reclusione. E’ quello il giorno che la popolazione Australiana festeggia come l’Australian Day, al contrario degli Aborigeni che vedono in questa ricorrenza il ricordo di una sciagura.

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La nuova colonia, ribattezzata New South Wales (Nuovo Galles del Sud), divenne la sede di prigionia per i galeotti Inglesi e soprattutto Scozzesi ed Irlandesi; i più poveri e per ovvie ragioni i più rivoltosi. Quale migliore punizione che spedire dall’altra parte del mondo i trasgressori!…

Se solo avessero saputo che gli stavano offrendo  la loro migliore fortuna! Nella società inglese non avrebbero avuto mai la possibilità di reintegrarsi, mentre qui, alla fine della pena, mai scontata in un vero e proprio carcere, alcuni ebbero modo di crearsi una nuova vita, talvolta anche arricchendosi. Furono di fatto loro che parteciparono attivamente alla costruzione della città di Sydney. Da qui la mancanza di barriere sociali e gerarchie in questa società creata “dal basso”.

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Hyde Park Barraks

Una storia esaustiva di tutto questo periodo la si può scoprire all’ “Hyde Park Barraks” ed al gratuito museo di storia della città a the Rock.

Attualmente pochi Australiani possono ritrovare un galeotto nel proprio albero genealogico. Dopo pochi anni iniziarono ad affluire uomini e donne libere dall’Inghilterra e poi ancora ci furono decenni d’immigrazioni di massa da altre parti d’Europa durante le guerre mondiali…..tanti connazionali italiani arrivarono qui all’inizio del ‘900.

Al giorno d’oggi, guardandosi  intorno nella città di Sydney, si ha distintamente la percezione  di essere vicini all’Asia. La popolazione è molto mescolata e sembra un antico ricordo la politica razzista “all white” che a partire dal 1901 andò avanti fino al 1973.

Nonostante il successo di una società multiculturale che rispetta e valorizza le differenze costruttivamente, si può notare ancora oggi come i quartieri siano piuttosto segregati. Nel centro la popolazione di origine cinese ed asiatica in generale rappresenta un’ampia percentuale. Il tipico ideale che abbiamo in mente dell’Australiano alto e biondo, ricompare molto più spostandosi nelle zone di mare e negli eleganti sobborghi residenziali.

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Essendo nata come colonia inglese ed essendo tuttora parte del Commonwealth molti elementi sono stati  profondamente influenzati dalla madrepatria inglese: la cultura, il sistema scolastico, gli sport che praticano, l’accento e le parole, più British che American. Quello che più si discosta è il carattere degli Australiani che non potrebbe essere più distante da quello degli inglesi….è forse più simile a quello del nostro sud d’Italia, ma unito alla precisione di stampo anglosassone. Insomma un bel mix! Non è un caso che qualunque Italiano vada in Australia si trovi bene e penso di poter dire che è vero anche il contrario. Non saremo popoli uguali, ma siamo molto compatibili!

Non si deve però sottovalutare il fatto che i giovani australiani siano anche piuttosto influenzati dalla cultura Americana/Californiana. La tv, piuttosto scadente in Australia, cerca di imitare nelle poche trasmissioni nazionali quella americana, mentre  in altri casi le trasmissioni mandate in onda sono proprio quelle delle reti americane. Il paese verso il quale c’è la maggiore emigrazione di Australiani è di fatto proprio verso gli Stati Uniti.

E la bandiera?

Nel 1901 nasce ufficialmente il Commonwealth d’Australia ancora come dominio dell’Impero Britannico.  Nasce come federazione delle 6 ex-colonie che diventeranno poi43 i 7 Stati moderni. Anche la Nuova Zelanda partecipò al tavolo delle discussioni e sarebbe potuta diventare uno Stato della confederazione, ma in finale scelse di rimanere separata.

La bandiera che divenne il simbolo nazionale è composta da:

l’Union Jack britannico

“la Commonwealth Star” – la grande stella bianca a 7 punte che rappresentano i 7 Stati Australiani

“la Southern Cross” – le 5 stelle più piccole (quattro a 7 punte ed una più piccola a 5 punte) che simboleggiano la costellazione della Croce del Sud….Quest’ultima è possibile scorgerla infatti solo dall’emisfero australe.

Libro consigliato: “Australian History in 7 questions” di John Hirst

Alla prossima con la parte IV: Un pò di geografia…(stati e territori, struttura governativa, stagioni, clima, fuso orario)

Cinzia

Post precedente: AUSTRALIA II: Com’è arrivare dall’altra parte del mondo? Le prime impressioni su Sydney…

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