AUSTRALIA V: Top 10 delle curiosità sull’Australia

Ed eccoci arrivati al post più divertente da scrivere (…e spero da leggere!)

L’obiettivo è quello di ricordare e raccontare ironicamente alcune delle piccole/grandi curiosità che hanno catturato la mia attenzione. E’ difficile generalizzare comportamenti ed abitudini (e non amo particolarmente quando viene fatto sull’Italia e gli Italiani), ma è innegabile che delle tendenze nazionali ci siano ed è divertente notarle….ancor più quando si viaggia così lontano! Chissà quanto saremo strani noi ai loro occhi!

Iniziamo quindi questa TOP 10!

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Palm Beach

1. Lingua Aussie

Prima di partire avevo letto ripetutamente della difficoltà di capire ‘l’Australiano’…ma pensavo peggio! Sono talmente gentili che tendono a parlare con noi stranieri un inglese che è solitamente comprensibile..poi forse tra loro è un altro discorso! Il loro accento è un mix abbastanza unico, un British un pò più rilassato. Anche le parole usate sono più spesso quelle dell’inglese British e molto meno le Americane, ma spesso tendono ad essere accorciate oralmente e terminate in vocale. Gli Australiani hanno la fama di essere “lazy” (pigri), fa parte della loro filosofia di vita e sono i primi a scherzarci sopra…sembra quindi che lo possano diventare anche nel finire le parole! Ci sono divertentissimi video su you-tube per familiarizzare con la lingua Aussie…

Alla fine però quello con cui si viene effettivamente a contatto si può dire che sia limitato a questa ironica lista:

– No worries (o meno frequente No dramas)- Si sente continuamente. Funziona in molte situazioni, con accezioni diverse, ma sta sempre a ricordarti come “rilassatamente” e “senza preoccupazioni” devi vivere. Potete scordarvi di sentire “You’re welcome”, ed evitate anche di dirlo per non sembrare fuori contesto. La risposta ufficiale a “Thanks” diventa “ no worries”, pronunciato più accorciato possibile (e sempre con un bel sorriso). Una versione più lunga è “That’s ok. No worries”…solo raramente un più British “Don’t worry”.

-Sorry La parola di per sè è la stessa British, ma la frequenza con cui la usano  la fa diventare una peculiarità locale e quasi un intercalare. Tutti si scusano continuamente anche  per quello di cui non hanno colpa. Se ti scontri camminando in strada (cosa che non so perchè avviene spesso), o semplicemente urti leggermente qualcuno salendo su un autobus, loro si scusano immediatamente anche nel caso che sia tu il responsabile. Dopo poco anche tu inizi a scusarti  per tutto e così diventa un concorso di colpe a chi si scusa prima! Lo stesso vale per salire sull’autobus. La scena è inversa a quella a cui si assiste alle nostre latitudini. Invece che fare tutti un passo avanti cercando di affrettarsi dentro, ne fanno tutti uno indietro per farti passare prima…tanto poi all’interno il posto per sedersi comodi si trova ugualmente. (Eccezione è l’autobus che collega Bondi Beach alla stazione dei treni di Bondi Junction. Niente di particolarmente infernale per chi viene da Roma, ma non il migliore esempio di mezzo efficiente…Ci arriveremo in un altro post sulle spiagge!)

-See yaversione abbreviata di “See you later” e completamente sostituto di “Bye/ goodbye” che al contrario devono essere finiti in disuso. In generale “see ya” va bene anche se non rivedrai più chi hai salutato nell’uscita, compreso nei negozi. Forse sembra più cortese mantenere l’illusione che ti rivedrai presto! Penso che fossi l’unica a continuare a dire “Bye”, un riflesso condizionato della permanenza precedente a Londra e difficile da abbandonare!

 – MatesInsieme a “No worries” è un frequente intercalare anche separato dal significato oggettivo. Tutti sono tuoi “mates” , letteralmente amici/compagni, ma in questo caso una categoria più ampia che va ad inglobare anche chi hai appena conosciuto. Una sorta di concetto cristiano che tutti sono i tuoi fratelli. Esempio: “See ya mate!!”, il tutto estremamente abbreviato…può essere detto da un uomo al guidatore scendendo dall’autobus! Sì, perchè talvolta alcuni locali li riconosci dal fatto che salutano scendendo o per lo meno fanno un gesto di ringraziamento al guidatore che li vede dallo specchietto.

– Strayaè l’Australia, mentre gli “Aussie” sono gli Australiani, ed i “Kiwi” sono i vicini Neozelandesi

– G’day, how’re you doing? /how’s it goin(g)?/how’re you goin(g)preferito al semplice “How are you?” ed utilizzabile in qualunque orario della giornata. “Hi/hey, how’re  you doing?” è il normale saluto quando entri in un negozio o ti avvicini alla cassa per pagare, il tutto condito da sorrisi ampissimi. Normalmente un “Fine, thanks” può essere sufficiente come risposta…e sempre accompagnato da un bel sorriso di rimando. Lo capisci dopo un pò, ad imitazione degli altri che sono in fila prima di te…ma delle volte a quello ti rispondono ulteriormente di essere lieti che tutto ti vada bene. E sono anche convincenti nel dirlo! Allora ti viene il dubbio se chiedergli se anche a loro va tutto bene…Dunque a “Fine, thanks” aggiungi “And you?” nella maniera più affabile possibile…ma già sai che la risposta sarà un enfatico “Fine, thanks”. E’ una cosa davvero strana, perchè è come se andasse continuamente avanti questo delizioso teatrino in ogni negozio…Della volte questo gioco delle parti succede anche in Inghilterra, ma non con tutta questa convinzione.

– Barbie e esquiesono il barbecue ed il frigo portatile.  Vista l’importanza dei pic-nic nella loro cultura, ci si scontra per forza con queste parole. Intere corsie del supermercato sono dedicate ai prodotti per il pic-nic e devo dire che sono piuttosto avanzati su questi accessori.

– Roo– abbreviazione di Kangaroo

Duna se chiedi una “blanket”, ti verrà risposto che la “duna” è lì….E’ la “coperta imbottita”

Chrissy– sta per “Christmas”. L’accorciamento delle parole e l’aggiunta della “y” è piuttosto frequente (ex. Monday= Mondy)

Thong – “le infradito” ….in Gran Bretagna la parola significherebbe “perizoma”!!!

– Righto – pronunciato come ‘Raido’, è la versione abbreviata e terminata in vocale di “All right”/ “Ok”.

Arvo – sta per Afternoon

– Gli aggettivi sono sanguinolenti, eccessivi nel significato, ed usati in abbondanza Per esprimersi usano generalmente più aggettivi rispetto ai concisi inglesi e sono più cretivi nell’uso della lingua. “Bloody” ossia “sanguinoso” è uno dei più usati per caricare il significato di qualunque concetto. E’ come se fosse un superlativo di “very”. Basta fare un giro per i negozi di souvenir per trovare i magneti che riportano la frase “Australia it’s a bloody long way” per enfatizzare la distanza dal resto del mondo.

2. No alcool, fumo, cani … le regole ci sono e vengono fatte rispettare

Tutto è chiaro nei cartelli. Cosa non puoi fare e quanto pagherai se trasgredisci! Certo che nel NSW, lo Stato più rigido su tutti i fronti, la popolazione giovanile non sembra essere molto orgogliosa di ciò e molti preferirebbero frequentare l’università a Melbourne (nello Stato del Victoria) o altrove dove vigono leggi diverse e meno restrittive.

Sembra inoltre che il NSW abbia anche una sorta di primato per quanto riguarda la “quantità” di cartelli…ed in effetti facendoci caso si nota!

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Alcuni cartelli sono anche molto divertenti…Vengono indicate norme, ma talvolta in modo anche piuttosto ironico…Qui ad esempio prima di passare ad elencare le attività proibite ti invitano a “camminare sull’erba, abbracciare gli alberi, fare il picnic e parlare con gli uccelli”- senza però dargli da mangiare!)

Le sanzioni pecuniarie scritte che colpiscono di più l’attenzione sono…

  • Da 100 dollari se appoggi i piedi sul sedile degli impeccabili treni cittadini
  • Da 200 dollari se viaggi senza biglietto, 300 se fumi sul vagone e 400 se bevi, ma anche se usi un linguaggio o comportamento offensivo (http://www.sydneytrains.info/travelling_with/conditions_of_travel/fines)
  • Il migliore cartello che ho letto era davanti ad uno strapiombo sul mare, con rocce appuntite alla base. 500 dollari se si saltava da lì. Considerando che non si può uscire vivi da quel salto, immagino che la riscossione avvenga post-mortem ai familiari per i costi del recupero che lo Stato dovrà sostenere!
  • Secondo le aree, 250/300 dollari per un cane portato dove non dovrebbe essere o lasciato sciolto dove può stare. Non possono essere portati sulle spiagge, nei centri commerciali, ai Giardini Botanici ed in tutti i National Parks, etc. Apposite aree e percorsi sono però dedicati a loro. Sembra inoltre che sia abitudine farli addestrare.

La parte più interessante è l’approccio molto severo contro l’alcool dal momento che gli Australiani sembrano amarlo particolarmente…In primis, nessun tipo di alcolico/vino/birra è venduto nei normali supermercati. Ci sono negozi specializzati, chiamati “O bottle” (ovvero ‘bottle shops’), ma non sono ovunque. Se provi a tirar fuori una birra in spiaggia, un poliziotto si materializza subito e, dopo un avvertimento a metterla via, viene sequestrato tutto!

Da un paio d’anni il centro di Sydney è diventata zona “alcool free”. Non si può bere

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Hyde Park…Anzac Memorial

nessun alcolico o birre sui marciapiedi. Ci sono aree delimitate intorno ai locali, ma non puoi uscire da lì. Poi dal 2014, con l’introduzione della “Sydney lockout law”, la sera scatta una sorta di coprifuoco nel centro. Dopo l’1.30 i locali chiudono a nuovi ingressi e dalle 3am non possono più servire alcolici. Di conseguenza tutti i bar, club e pub del centro (nelle zone di Kings Cross, Darlinghurst,  The Rocks e Haymarket) hanno avuto pesanti perdite o hanno dovuto chiudere.  Come risultato la zona centrale è deserta la notte, completamente senza vita, mentre i suburbs, a pochi kilometri, si sono arricchiti spostando le problematiche di violenza da una zona all’altra, ma non proprio risolvendo la radice.

Non si può fumare in tantissimi luoghi, anche all’aperto, compresi molti marciapiedi del centro, le aree vicine ai giochi per bambini ed alle scuole, nei parchi ed in spiaggia. Non si può sostare con una sigaretta fuori da un locale o ristorante….devono intercorrere diversi metri dalla porta d’ingresso. I buttafuori dei locali sembrano piuttosto agitati nel far spostare i ‘trasgressori’ perchè le sanzioni salate vengono fatte non solo al fumatore ma al locale stesso ed è quindi loro interesse vigilare attentamente.

Se si affitta una macchina con probabilità si proverà anche l’esperienza di essere fermati dalla polizia stradale per i controlli e l’alcol test…e svariate volte. Di routine bloccano delle strade, fanno confluire tutti gli automobilisti in una corsia laterale ed uno ad uno controllano tutti i conducenti. Essendo controlli a tappeto in tutta la città, sai che se trasgredisci ti troveranno e non la passerai liscia!

Ma devo ammetterlo…sarà che non bevo e non fumo, ma a me tutto ciò piace e mi ha fatto sentire molto al sicuro.

3. 93-96% di affluenza alle urne

Penserete, come mai hanno questo senso civico così spiccato?! Anche da noi il voto è un diritto, ma su carta è anche un dovere. Nonostante ciò i nostri numeri impallidiscono nel confronto. In Australia visto che viene sanzionata qualunque mancanza, anche questo non sfugge. Da 20 a 50 dollari per la mancata partecipazione. Un piccolo deterrente ma che evidentemente risulta efficace!

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Harbour Bridge dal Pylon Lookout

4. Tv e pubblicità

Le assicurazioni devono avere un certo potere economico in Australia, altrimenti non si spiegherebbe la loro continua presenza negli spot televisivi. C’è un certo mercato anche

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Crollo post-tornado nel centro commerciale di Bondi Junction

per le assicurazioni sui funerali che ti  invitano a mettere al riparo la famiglia da questo eventuale costo “inaspettato”…il tutto con scenette piuttosto macabre. Ad esempio un uomo che cade improvvisamente dal tetto in modo piuttosto goffo! D’altra parte le immagini forti e bizzarre sembrano essere gradite allo spirito Australiano…forse un modo di sdrammatizzare la vita e non prendersi troppo seriamente! Anche i telegiornali mandano in onda scene intere di incidenti o di qualunque altra sciagura. Se le immagini ci sono, poco o niente è censurato. E’ la tv della spettacolarizzazione ed è cavalcata senza reticenze e moralismi. Basti pensare alla musichetta da “Apocalypse now” della pubblicità di alcuni telegiornali. Sì, perchè c’è la pubblicità del telegiornale che ripropone adeguatamente enfatizzate le  immagini più scioccanti della settimana. Così non rischi di perdertele! E’ tutto molto ripetitivo e ripetuto.  Se, come mi 20151216_153942è successo, ti trovi a Sydney mentre arriva un “tornado”, sarai sicura di rivedere il crollo di una parte del tetto del centro commerciale per una settimana, come anche se qualcuno viene attaccato da uno squalo. C’è tanta cronaca e molta meno politica che da noi. La pubblicità diciamo che è più presente e più divertente delle trasmissioni in sè stesse. Nonostante tutto è una tv curiosa e vale la pena vederla un pò.

Quello che alla fine ho appreso sulla tv australiana è riassumibile in pochi elementi:

  • Le migliori trasmissioni sono quelle della fascia del primo mattino. Il format è molto simile ai morning show statunitensi come il Today show e Goodmorning America. Il mio preferito era sul canale “Seven Network”. Alcuni canali invece mandano in onda direttamente le trasmissioni americane. Al pomeriggio i quiz non molto diversi dai nostri.
  • Poi è difficile sfuggire ad “Home and Away”, la più lunga e famosa soap-opera australiana che va in onda tutti i giorni per quasi tutto l’anno e la cui pubblicità e bellissima colonna sonora ti perseguita letteralmente. E’ così che ho scoperto il fantastico “Conrad Sewell“…

Nonostante la buona volontà nel provare a guardarla non posso dire lo stesso della soap, ma premetto che non mi piace il genere e l’aver perso quasi 30 anni di messa in onda deve aver influito sulla mia scarsa comprensione degli intrighi della trama! Fatto sta che la sua funzione l’ha sicuramente visto che sembra fungere da trampolino di lancio per la carriera di molti attori australiani che poi si trasferiscono in America per cercare la loro occasione ad Hollywood. Sembra che il mercato cinematografico locale non offra infatti molte chance di successo e molti attori in erba inseguono il loro sogno all’estero. Molti attori che tendiamo a scambiare per Americani sono di fatto Australiani e molto talentuosi. Solo due nomi:   Nicole Kidman e Cate Blanchett.

  • Se scappi da “Home and Away” sarai sicuro di non perderti “I’m a Celebrity…get me out of here!” su Channel Ten, un reality a metà strada tra la nostra ‘Isola dei Famosi’ e ‘La Talpa’ ambientato in una giungla . Anche in questo caso i loro famosi sono ‘poco famosi’ e mangiano poco, ma a differenza nostra tutto l’impianto della trasmissione è più “snello”. Non c’è una diretta live dallo studio delle durata di ore indefinite. Non c’è proprio lo studio con il conduttore! Ci sono delle puntate giornaliere ed una settimanale dove i due inviati dalla giungla conducono un’oretta scarsa di trasmissione. Non ci sono opinionisti ad influenzare le sorti dei concorrenti, nè chiacchiere infinite sopra ad avvenimenti inconsistenti. E si vota per chi deve restare e non chi vuoi fuori.
  • Dimenticavo di dire che alcune reti nazionali principali non vanno in onda la notte. Compare un’immagine fissa che dà appuntamento alla mattina successiva mentre altrove vengono mandate a ripetizione sempre le stesse telepromozioni per mesi. Nel mio periodo erano vari macchinari per fare esercizi ed il conseguente dimagrimento ottenuto.
  • Un ultimo fatto che mi ha colpito è stato quanto diversamente è rappresentata (e molti direbbero…maggiormente rispettata) l’immagine della donna. Non ricordo pubblicità televisive o cartelloni stradali con ragazze ammiccanti o aventi come focus l’aspetto estetico. Nessuno, donna o uomo che sia,  sembra essere sensualmente o sessualmente rappresentato. Tutto è più umoristico e la donna ricalca un prototipo di sportività ed indipendenza.

5. Buco dell’ozono esattamente sopra l’Australia e l’umidità

Probabilmente gli unici due veri lati negativi.

Appena arrivati, dopo la prima doccia, si fa subito esperienza del tasso d’umidità altissimo. Risultato?!.. i capelli sono un disastro se li hai fini e lisci come i miei. All’inizio pensi che sia lo stress da fuso orario, ma poi capisci che dovrai conviverci. Investire su tanti costosi prodotti non porta grandi miglioramenti.

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Taronga Zoo

Poi c’è il sole troppo facilmente ustionante e propagatore di raggi UV altamente dannosi. Non a caso le percentuali di tumori della pelle sono molto alte ed è data forte attenzione al problema. Le creme solari sono buonissime, poco grasse e non troppo costose. Non vanno usate solo al mare quando si prevede di stendersi al sole, ma vanno messe come base ogni mattina dopo la doccia….al posto della crema idratante! All’inizio non ci si crede ma è una realtà… ci si scotta dolorosamente anche semplicemente camminando in centro e cercando di passare da un’ombra all’altra. Non a caso sono molto di moda i cappelli ed ancor meglio se a falda larga.

6. Divise

Tutte le scuole, pubbliche e private, hanno le loro uniformi, che sono diverse, ma accumunate da uno strano stile old-fashion. Per quanto moderna sembri questa nazione, poi ci sono questi strani ed affascinanti tuffi nel passato. Non la portano solo alle scuole primarie, ma fino alla fine dell’high school ed è così che incontri queste ragazze piuttosto cresciute con divise anni’20 e calzettoni. A loro credito va la disinvoltura con la quale ci vanno in giro anche dopo la scuola.

(Nelle foto in alto, l’attrice australiana Phobe Tonkin ai tempi della scuola in una delle versioni migliori di queste divise)

7. A piedi nudi in città

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Hyde Park

Vivere sentendosi liberi ed oltre le convenzioni sociali.

Può succedere di incontrare delle persone in estate che girano in strada, in pieno centro,…senza scarpe! E’ una scelta, è forse il cercare un contatto diretto con il suolo…ma immagino che questo contatto scotti anche parecchio! Comunque la prima volta che lo si vede è abbastanza peculiare. Io stavo per scendere da un autobus. Davanti a me mi precede una signora ben vestita, abbigliamento da lavoro e scarpe basse. Scende, fa non più di tre passi, si sfila le scarpe e le ripone attentamente in una sacchetta che metterà poi in borsa e… prosegue scalza! Allo stesso modo non è inusuale vedere uomini senza maglietta durante i giorni più caldi. Sarebbe piuttosto strano pensare qualcuno così nel centro di Roma o Milano.

8. Tutto organico

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I tramonti più pittorici immortalati senza filtri

Il benessere della mente e del corpo è molto di moda qui . Pilates e yoga per il corpo, una filosofia buddista/zen per la mente ed una dieta organica per entrambi. Sarà forse così che mantengono la loro invidiabile tolleranza e positività. Lo sport è il valore chiave del vivere sano ed è molto praticato all’aperto, nei parchi e sulle spiagge. Tutti sembrano essere molto sportivi: uomini e donne;  bambini, giovani e meno giovani. La giornata non ruota

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Bondi Beach

tutta intorno al lavoro. Anche quando vivono con ritmi serrati, molti cercano di ritagliarsi momenti di attività, aria pura e passeggiate prima e/o dopo il lavoro. Sono piuttosto mattinieri! Non è inusuale vedere nutriti gruppi riuniti all’alba in spiaggia a salutare il sole durante lezioni di ‘yoga by the sea’. Gruppi di kick boxing o pilates si incontrano l’estate nei vari parchi ancor più che nelle palestre interne. Bambini, già piccoli atleti, vengono allenati a staffette/corse/esercizi sulla spiaggia e vengono introdotti al salvataggio in mare con la tavola da surf.

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Manly Beach

Il paddle (lo stare in piedi su una tavola spostandosi con un remo) viene praticato estensivamente nei bacini più calmi. E non è inusuale vedere donne surfiste oltre ai bellissimi ragazzi che, tavola da surf sotto il braccio, costume e niente altro, raggiungono la spiaggia da casa (a piedi o con l’autobus!)

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Paddle a Manly Wharf

9.  La vita al supermercato

Hanno anche loro i propri oligopoli. Due catene di supermercati principali sono ovunque: Coles e Woolworth. Entrando nel secondo ci sono dei cestini ricolmi di frutta fresca gentilmente offerta gratis per i bambini che accompagnano i genitori a fare la spesa.

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Central Park Mall

La frutta è realmente squisita. Quante volte diciamo che qui in Italia i prodotti non sono più quelli di una volta!!!… Beh, lì sono ancora ‘come erano qui una volta’! La confezione delle uova fresche ti invita a passare una giornata diversa con tuo figlio andando a trovare quelle galline in alcune fattorie indicate per verificare di persona quanto vivano ‘libere e felici’.

Alla cassa un’ulteriore facilitazione ti aspetta e sarà il cassiere a sistemare efficentemente la tua spesa nei sacchetti. Tutto quello che devi fare è solo consegnargli il tuo cestino e saper rispodere esattamente alla domanda successiva. Infatti se paghi con imagesla carta di credito ti verrà chiesto “Cheque, Saving/ or Credit?“…Se la carta non è australiana l’unica scelta sembra essere “credit”…ovvero il normale pagamento con la carta e l’addebito avverrà dopo qualche giorno. L’opzione “cheque/saving” permette, da quello che ho potuto capire, di usare la cassa come un bancomat. La domanda successiva “Any cash back?” si riferisce a questo…se vuoi ritirare dei soldi! Il cassiere ti ritira e consegna i soldi che vuoi sottratti del costo della spesa appena effettuata. La spiegazione bancaria è molto più complessa e capita da pochi.  Comunque in base al sistema si pagano  commissioni diverse e l’addebito è successivo o immediato. Per la vita pratica di un viaggiatore basta sapere questo!

10. Le banconote sono impermeabili ed “indistruttibili”, le monete pesantissime

Provare per credere! Ameno per quanto riguarda l’impermeabilità…poi l’indistruttibilità non tenterei di dimostrarla sui tagli importanti!

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Difficilmente dimenticabile è invece il peso di quasi tutte le monete ed in particolare di una: i 50cent! Qualcuno conosce monete più pesanti di questa attualmente in circolazione nel mondo?!? Non hanno un valore economico importante, ma si fanno sentire particolarmente nel portafoglio. Un certo alleggerimento fisico si ottiene cercando di liberarsene ad ogni occasione, ma puntualmente qualche resto fa sì che ricompaiano velocemente. E’ una lotta continua! Se devi ridare qualche soldo ad un amico e pensi di ripagarlo aiutandoti con i 50 cent…l’amico preferirà certamente annullarti il piccolo debito!

Che dire…amo l’Australia e tutte le sue particolarità.

E mi viene da pensare ancora una volta…Chissà quanto curiosi saremo noi ai loro occhi!

Alla prossima con la parte VI: Cosa visitare? Sydney dall’alto, dal basso, i parchi…ed un pò di cultura

Post precedente: AUSTRALIA IV: Un pò di geografia…

Ricordati di scrivermi nella sezione commenti, sulla mail o su fb per consigli turistici o su come gestire al meglio la tua esperienza “working-holiday” o di studio in Australia. 

Hai vissuto anche tu esperienze simili Down Under? Sei un Australiano e stai vivendo la tua grande esperienza al contrario qui in Italia?…Mi piacerebbe molto sapere delle vostre avventure, ricevere feedback ed integrazioni.

Cinzia

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AUSTRALIA IV: Un pò di geografia…

Stati e Territori, struttura governativa, stagioni, clima, fuso orario…

Confrontando l’estensione, l’Australia ha una superficie grande quanto tutti gli Stati Uniti o tutta l’Europa. Eppure la sua densità abitativa è minima in confronto.

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Royal National Park…Bundeena

In un unico Stato è racchiuso tutto quello che di più bello la natura  ha da offrire: dal deserto alla barriera corallina, dalle montagne alle spiagge paradisiache che nulla hanno da invidiare a quelle Caraibiche.

L’Australia è una federazione di 6 Stati e 2 territori aventi una certa autonomia. Hanno governatori, primi ministri, parlamenti e quindi leggi differenti.

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– Il New South Wales (NSW) con capitale Sydney

– il Victoria con Melbourne e le zone vinicole

– il Queensland,  patria delle spiagge paradisiache, della barriera corallina, della Golden Coast, della Sunshine Coast con Brisbane

– il Western Australia con Perth

-il South Australia con Adelaide

– la Tasmania, l’isola a sud, con Hobart

– il Northern Territory, con i caratteristici deserti del centro Australia, Uluru, una bassissima densità abitativa e la capitale Darwin

– l’Australian Capital Territory con la capitale federale Canberra

 

La sede del Parlamento federale è quindi a Canberra, dove risiede ufficialmente il primo ministro d’Australia ed il governatore generale che fa le veci della Regina Elisabetta II, ancora ufficialmente capo di Stato. La struttura politica del paese ricalca quindi quella del Canada come paese appartenente al Commonwealth. Le visite dei membri della famiglia reale nei vari Stati australiani ancora destano particolare attenzione mediatica, specialmente quando hanno come protagonisti i membri più giovani. Il tour di Prince William e Kate, accompagnati dal piccolo George nel 2014, ne è stata la controprova.

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Durante i primi giorni della mia permanenza ho assistito ad un “walk-about” di Prince Charles e Camilla presso Martin Place, nel centro di Sydney. L’atmosfera nella piazza era piuttosto entusiasta…o per lo meno fortemente incuriosita! Una certa lotta tra la folla si era instaurata già da diverso tempo prima del loro arrivo, solo per mantenere una posizione dalla quale si riuscisse a vedere qualcosa!

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Prince Charles a Martin Place

Nonostante l’apparente entusiasmo degli Australiani per queste visite e lo sforzo della Lega per la Monarchia, impegnata in questi casi a distribuire a tutti bandierine da sventolare, le pressioni repubblicane sono sempre più forti e pochi vedono un futuro della monarchia in Australia. I giovani reali possono conferire glamour durante 43un tour, possono fare simpatia e fornire buon gossip, ma chi ha voglia di arricchire una nazione straniera con le proprie tasse!?! La prospettiva di un nuovo referendum per decidere il futuro istituzionale della nazione sarà molto probabilmente una realtà vicina.

STAGIONI: Essendo nell’emisfero australe, opposto al nostro boreale, le stagioni sono invertite e con questo le vacanze e l’anno scolastico che, nel loro caso, corrisponde a quello solare. Quindi da febbraio a dicembre e vacanze estive che iniziano con le vacanze di Natale. Un concetto strano per noi! Viste le belle spiagge che ci sono, consiglio vivamente di andare durante il nostro inverno, di modo da trovare lì l’estate.

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Hyde Park

CLIMA: Chissà perchè noi stranieri rimaniamo interdetti da tutta quella pioggia e dal tempo non sempre così caldo? Chissà perchè ci aspettiamo che in tutto il mondo d’estate si soffochi dal caldo come da noi? Di fatto alla partenza l’Australia la

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I Jacaranda con i loro fiori viola a primavera (novembre)….nei Royal Botanic Gardens ma anche nel resto della città!

immaginiamo una terra sempre assolata. Quello che ho capito invece è che nessun posto affacciato sull’Oceano ha un clima stabile.  C’è molta instabilità anche qui e  le temperature possono variare grandemente da un giorno all’altro, ma anche all’interno della stessa giornata. Ero partita i primi di Novembre (a primavera) ed arrivando mi ha dato il benvenuto una settimana di pioggia e freddo. Non era tanto più caldo che da noi in Italia! Un paio di settimane dopo ero a Bondi Beach nella giornata più calda dell’anno…con 42 gradi! Appena qualche giorno dopo…ed era nuovamente freddino.

Il mese più caldo, corrispondente al nostro agosto, sarebbe dovuto essere Gennaio.. ma nel mio caso è stato Febbraio. Un mese fantastico, meno pioggia ed acqua dell’oceano un pò meno congelata. Perfetta per un tuffo… ‘veloce’!

Quella per me non è proprio la nosta estate. Estate per me è uscire sempre in pantaloncini e magliettina, senza preoccuparmi di portare con me un maglione, o meglio una felpa. Qui diventa fondamentale consultare il meteo la sera prima per capire come vestirsi! L’uso spropositato dell’aria condizionata ovunque è poi un’aggravante alla difficoltà di vestizione.

Altro fatto da fare l’abitudine sono poi i fenomeni estremi. La parola “thunderstorm” la impari subito ed equivale a: tanta pioggia violenta, lampi e tuoni…ed è raro che si preveda solo una”storm”! Il problema è che sono improvvisi e l’ombrello a quel punto diventa anche inutile.

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Una delle tante “thunderstorm”

Per finire c’è il vento persistente. Meglio dimenticare quindi di indossare leggeri vestitini estivi per evitare svolazzamenti alla Marilyn Monroe…jeans, scarpe da ginnastica e felpe è tutto quello che realmente serve e che vi farà sentire anche più integrati “nello stile”.

Detto tutto ciò, per me rimane ugualmente il miglior posto al mondo!

 FUSO ORARIO: +10 ore rispetto all’ora italiana per quanto riguarda Sydney durante la primavera/estate Australiana.  Diventano +8 durante il loro inverno…La ragione delle 10 ore di fuso è che in quella stagione noi andiamo indietro un’ora, mentre loro vanno avanti. Il passaggio tra ora solare ed ora legale non è però sincronizzata con l’Europa..noi siamo i primi a cambiarla. C’è quindi una breve fase in cui le ore di differenza sono +9. A complicare le cose c’è come è calcolata l’ora nel resto del paese visto che ci sono spostamenti di fusi anche dell’ordine della mezz’ora. E poi fatto davvero curioso, in altre parti del paese (come a Brisbane) non è adottata l’ora legale. Di conseguenza, ad esempio, spostandosi da Sydney a Brisbane in estate si andrà indietro di un’ora anche se si trovano nella stessa time-zone.

Insomma, controllate attentamente gli orari locali se prevedete spostamenti all’interno del paese o se dovete fare telefonate in altre zone. Sembra che tutto ciò comporti confusione anche agli Australiani.

Essendo il volo d’andata in direzione est, lo smaltimento del fuso è sfortunatamente peggiore all’andata, ma si sopravvive bene ugualmente supportati dall’entusiasmo iniziale.

 Sydney o Melbourne?

Si sono contese il primato già da metà ‘800 ed hanno avuto la supremazia a periodi alterni. Sydney fu sede del primo insediamento dei coloni bianchi e fu la prima vera e propria città a partire dal 1788. Solo la corsa all’oro di metà ‘800 ne ha transitoriamente invertito le sorti. Melbourne si è andata arricchendo e gli eleganti edifici del centro ne sono la testimonianza.

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Melbourne

E’ la città più Europea del continente, ma mantiene tutti i lati positivi di una città Australiana. Poco affollata e poco trafficata, anche meno di Sydney,  e molto verdeggiante.

Per evitare contenziosi Canberra è la capitale per le stesse ragioni per cui Ottawa è la capitale del Canada al posto di Toronto e Montreal. Una città costruita appositamente con lo scopo di ospitare tutti gli organi federali.

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 Melbourne sembra molto più piccola di Sydney ma, a detta di molti, sembra quella migliore per viverci. Non è il mio personale punto di vista, ma ritorneremo su questo punto più avanti in una specifica parte dedicata a Melbourne. Alcuni paragonano Sydney e Melbourne rispettivamente a Roma e Milano. La prima, mia città natale; la seconda mia città d’adozione. Si dice che Sydney, come Roma, sia la più bella, la più ricca di attrazioni da visitare e probabilmente la più amata da un turista, ma è Melbourne, come Milano, la città più alla moda, la più giovanile e la più ricca di eventi culturali. E’ raccolta, ma dà l’impressione di poterti offrirti tutto quello di cui hai bisogno e, stando alle statistiche, è sempre ai posti più alti per qualità di vita, anche davanti a Sydney. E’ però più fredda tutto l’anno e non può vantare l’harbour, le meraviglie naturalistiche e le spiagge dell’altra.

Ma torneremo approfonditamente su Melbourne in un post dedicato…

Cosa piace meno ad un Australiano delle sua terra?

“Vivere in Australia è come vincere la lotteria” disse l’ex Primo Ministro Tony Abbott alla nazione in un discorso di Capodanno. Iniziamo dicendo che gli Australiani sono di natura grati per qualunque cosa hanno ed in particolare per essere nati lì. E’ più di un orgoglio nazionale, come quello inglese o francese… E’ l’oggettiva consapevolezza di essere dei privilegiati ad essere nati in una terra per molti versi “incontaminata” e fanno tanto per difenderla e preservarla.

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Mrs Macquarie’s chair

Noi li consideriamo lontani da noi..ma loro stessi si considerano lontani dal resto del mondo. Ed in effetti è così..noi con un’ora di volo o un po’ di km in macchina siamo in altre nazioni, conosciamo altre culture, altre lingue..loro viaggiano 5 ore su un aereo e sono sempre in Australia! (…è la distanza da Sydney a Perth) Il resto del mondo occidentalizzato è davvero lontano da loro. Amano l’Europa e l’Italia, ma non possono lamentarsi di molto altro del loro paese..Tutto sembra funzionare bene, è un paese in crescita, e mantieni le speranze anche guardando i telegiornali. I giovani non sembrano avere molte preoccupazioni per il loro stato occupazionale..un posto, in quello che vogliono fare e per quello che hanno studiato, confidano di trovarlo anche prima dei 40 anni!

 

Alla prossima con la parte V: Top ten delle curiosità sull’Australia

Cinzia

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AUSTRALIA III: Un pò di storia…

Chi l’ha detto che l’Australia non abbia un’interessante storia da approfondire?

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Dalla collina dell’Osservatorio di Sydney

In Europa abbiamo la presunzione di pensare che è storia solo quello che parte dagli antichi Romani, Greci ed Egizi e che poi passa attraverso il Rinascimento….Pur se vero che l’Australia è stata una terra completamente non civilizzata fino al 1788…di interessanti fatti in 230 anni ne sono comunque avvenuti! Senza contare poi la profonda eredità culturale Aborigena.

Come l’hanno definita diversi storici, questa ex-colonia inglese è una nazione nata già moderna. Mentre gli Stati Uniti hanno in parte ricalcato il percorso storico/economico dell’Europa, anche se secoli dopo, qui tutto sembra iniziato già “con il piede giusto”. Non un’economia di sussistenza ma commercio fin da subito.

Ma come è iniziato tutto?

Trovo molto affascinante ed originale la loro storia. Tutto parte da carceri sovraffollate in Inghilterra, l’indipendenza delle colonie americane e la ricerca di nuove terre.

E’ in quel momento che il capitano James Cook  ed Arthur Philips, poi primo CIMG8973governatore della colonia, avvieranno  il futuro di un nuovo continente a nome del sovrano inglese George III in cerca di riscatto.

Dai tempi di Pitagora si era ipotizzata la presenza di un continente “australe”, posto all’incirca in quella localizzazione, quasi a controbilanciare le masse dei continenti dell’emisfero boreale. Altre teorie stravaganti la volevano abitata da una popolazione mostruosa avente i piedi rivolti all’indietro. Per quanto fosse bizzarra la teoria Pitagorica, quella terra “Down under”, agli Antipodi del mondo conosciuto, esisteva davvero. Solo nel ‘600  gli Olandesi ne avvistarono le coste, senza però raggiungerla. In spedizioni successive furono ancora loro i primi a sbarcare nel Nord del continente e successivamente in altre zone, ma l’insieme del territorio inospitale da cui non seppero trarre risorse utili e degli Aborigeni bellicosi, non spinsero gli Olandesi a proseguire in modo determinato nella conquista di questi territori.

L’Inghilterra, al contrario, aveva bisogno di dimostrare la sua potenza dopo aver perso le colonie nell’America del Nord nel 1783. Quando Cook a bordo dell’Endouver approcciò le coste australiane nel tratto di Botany Bay nel 1786, e poi sbarcò leggermente più a nord, a Port Jackson, l’attuale Sydney, per esplorare il territorio, gli Aborigeni erano vissuti CIMG8983indisturbati fino a quel momento, dedicandosi alla caccia e pesca ed ispirati dalla cosiddetta filosofia del “daydream”, l’equivalente nella loro cultura di un concetto religioso ed ancora profondamente sentito. Erano nomadi, non avevano costruito nulla, nè organizzato un sistema agricolo e questo fu sufficiente per il capitano Cook per dichiarare il territorio raggiunto “terra nullius” ossia “terra di nessuno”…dichiarazione con pesanti ripercussioni fino all’epoca attuale. Basta un giro in qualunque museo della nazione (e soprattutto il piano inferiore dell’Australian Museum oltre che il Sydney Museum) per capire quanto scottante sia ancora questo tema.

Non solo la popolazione Aborigena fu decimata all’epoca da malattie e scontri, ma fu proprio la loro cultura, quello in cui credevano, ad essere minato allora come ora. La popolazione crede nell’appartenenza alla terra che gli è stata sottratta… da sempre, da prima che esistesse qualunque cosa!  Il mare, le colline, gli alberi,…sono come divinità e loro appartengono a quel luogo ed a nessun altro. L’alterazione e lo sfruttamento intensivo del loro ambiente naturale è già in sè una violazione del loro credo. In qualche modo sono degli ecologisti convinti ed il loro non praticare la coltivazione intensiva e l’essere nomadi rientra nel concetto di non sfruttamento completo delle risorse….”Si prende solo quello che sarà utilizzato”, senza sprechi nè utilizzo eccessivo.

Il 26 gennaio 1788 è Arthur Philips ad essere al comando della First Fleet, comprendente le nove navi della flotta che avrebbe condotto più di 700 detenuti nel loro nuovo luogo di reclusione. E’ quello il giorno che la popolazione Australiana festeggia come l’Australian Day, al contrario degli Aborigeni che vedono in questa ricorrenza il ricordo di una sciagura.

CIMG9016

La nuova colonia, ribattezzata New South Wales (Nuovo Galles del Sud), divenne la sede di prigionia per i galeotti Inglesi e soprattutto Scozzesi ed Irlandesi; i più poveri e per ovvie ragioni i più rivoltosi. Quale migliore punizione che spedire dall’altra parte del mondo i trasgressori!…

Se solo avessero saputo che gli stavano offrendo  la loro migliore fortuna! Nella società inglese non avrebbero avuto mai la possibilità di reintegrarsi, mentre qui, alla fine della pena, mai scontata in un vero e proprio carcere, alcuni ebbero modo di crearsi una nuova vita, talvolta anche arricchendosi. Furono di fatto loro che parteciparono attivamente alla costruzione della città di Sydney. Da qui la mancanza di barriere sociali e gerarchie in questa società creata “dal basso”.

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Hyde Park Barraks

Una storia esaustiva di tutto questo periodo la si può scoprire all’ “Hyde Park Barraks” ed al gratuito museo di storia della città a the Rock.

Attualmente pochi Australiani possono ritrovare un galeotto nel proprio albero genealogico. Dopo pochi anni iniziarono ad affluire uomini e donne libere dall’Inghilterra e poi ancora ci furono decenni d’immigrazioni di massa da altre parti d’Europa durante le guerre mondiali…..tanti connazionali italiani arrivarono qui all’inizio del ‘900.

Al giorno d’oggi, guardandosi  intorno nella città di Sydney, si ha distintamente la percezione  di essere vicini all’Asia. La popolazione è molto mescolata e sembra un antico ricordo la politica razzista “all white” che a partire dal 1901 andò avanti fino al 1973.

Nonostante il successo di una società multiculturale che rispetta e valorizza le differenze costruttivamente, si può notare ancora oggi come i quartieri siano piuttosto segregati. Nel centro la popolazione di origine cinese ed asiatica in generale rappresenta un’ampia percentuale. Il tipico ideale che abbiamo in mente dell’Australiano alto e biondo, ricompare molto più spostandosi nelle zone di mare e negli eleganti sobborghi residenziali.

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Essendo nata come colonia inglese ed essendo tuttora parte del Commonwealth molti elementi sono stati  profondamente influenzati dalla madrepatria inglese: la cultura, il sistema scolastico, gli sport che praticano, l’accento e le parole, più British che American. Quello che più si discosta è il carattere degli Australiani che non potrebbe essere più distante da quello degli inglesi….è forse più simile a quello del nostro sud d’Italia, ma unito alla precisione di stampo anglosassone. Insomma un bel mix! Non è un caso che qualunque Italiano vada in Australia si trovi bene e penso di poter dire che è vero anche il contrario. Non saremo popoli uguali, ma siamo molto compatibili!

Non si deve però sottovalutare il fatto che i giovani australiani siano anche piuttosto influenzati dalla cultura Americana/Californiana. La tv, piuttosto scadente in Australia, cerca di imitare nelle poche trasmissioni nazionali quella americana, mentre  in altri casi le trasmissioni mandate in onda sono proprio quelle delle reti americane. Il paese verso il quale c’è la maggiore emigrazione di Australiani è di fatto proprio verso gli Stati Uniti.

E la bandiera?

Nel 1901 nasce ufficialmente il Commonwealth d’Australia ancora come dominio dell’Impero Britannico.  Nasce come federazione delle 6 ex-colonie che diventeranno poi43 i 7 Stati moderni. Anche la Nuova Zelanda partecipò al tavolo delle discussioni e sarebbe potuta diventare uno Stato della confederazione, ma in finale scelse di rimanere separata.

La bandiera che divenne il simbolo nazionale è composta da:

l’Union Jack britannico

“la Commonwealth Star” – la grande stella bianca a 7 punte che rappresentano i 7 Stati Australiani

“la Southern Cross” – le 5 stelle più piccole (quattro a 7 punte ed una più piccola a 5 punte) che simboleggiano la costellazione della Croce del Sud….Quest’ultima è possibile scorgerla infatti solo dall’emisfero australe.

Libro consigliato: “Australian History in 7 questions” di John Hirst

Alla prossima con la parte IV: Un pò di geografia…(stati e territori, struttura governativa, stagioni, clima, fuso orario)

Cinzia

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AUSTRALIA II: Com’è arrivare dall’altra parte del mondo? Le prime impressioni su Sydney…

Non sarà come atterrare in Asia o in Africa, ma è pur sempre un mondo a parte.

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Vista dall’Harbour Bridge

 Dopo aver volato per tutte quelle ore, ti senti pronto ad affrontare qualunque cosa. E’ un viaggio catartico. C’è tanto tempo per pensare, stancarsi e dover tirare fuori tutte le tue forze per resistere. Non hai alternative. L’hai deciso ed ora lo devi fare, ed è meglio che alla fine tu ne sia soddisfatta.

Arrivi quindi già con l’atteggiamento giusto.

 A prima vista la città ha un aspetto molto “tropicale”. Vegetazione di un verde smeraldo che assume un colore anche più intenso per l’intensa luce che rende tutti i colori più vivi. Improvvisamente, anche senza un corso di fotografia, crei con facilità foto stupende di cui sei il primo a meravigliarti. Non servono filtri o effetti speciali.

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Royal Botanic Gardens

Il primo impatto con questa vegetazione è già in pieno centro con Hyde Park e gli immensi Royal Botanic Gardens, il Central Park di Sydney che conduce fino alla Opera House.. E’ durante quella passeggiata che per la prima volta vieni ricompensata per tutto il lungo viaggio.

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Sydney Opera House vista dai Royal Botanic Gardens

Quello che inizialmente può confondere leggermente l’occhio Europeo è il tipo di stile architettonico di stampo “coloniale”- se così lo si può definire-. Quello che per un Australiano potrebbe essere “cool”, può sembrarlo meno ad un Europeo. Ovunque, sia che si tratti dei caseggiati più bassi sia dei grattacieli in centro, all’altezza del  primo piano sporgono delle larghe tettoie  tenute da dei “tiranti” rigidi di ferro. Delle foto sono meglio di mille parole per spiegarli…

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Sobborgo di Paddington…e la tipica architettura

Vista la pioggia torrenziale piuttosto frequente, la funzione pratica l’hanno sicuramente.  Ma l’impatto visivo iniziale è per lo meno atipico, se non “da frontiera”.

Di tanto in tanto diventa un elemento interessante in alcune zone turistiche, come a “The Rock”, ex villaggio dei pionieri e primo nucleo della Sydney ottocentesca,  o anche sulla pedonale Pitt Street in centro, ma altrove non è proprio un’aggiunta elegante. Alla fine però ci si affeziona anche a quello stile e quasi non si notano più alcuni “tuffi nel passato”!

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Il famoso e storico Strand, elegante galleria commerciale di fine ‘800, su Pitt Street

L’aspetto  bohemien è ancora piuttosto di tendenza da quelle parti, ad iniziare dall’abbigliamento e da una leggera ispirazione “hippi”. Tutto ciò fa parte dell’aspetto rilassato che piano piano si va assorbendo.

C’è poco cemento in tutta la città e tutte le strutture hanno un aspetto decisamente più “leggero”. Magari ciò lo si nota poco mentre si è lì, ma al ritorno Roma o Milano vi sembreranno opprimentemente “cementificate” per diverse settimane.

 Strani uccelli dal lungo becco nero ricurvo si incontrano dappertutto a SydneySi chiamano Ibis. Sono piuttosto curiosi da osservare i primi giorni che si arriva ed

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Ibis

impauriscono anche un po’. Loro, al contrario,  non sembrano intimiditi dall’avvicinarsi agli uomini e dal cercare di rubare il cibo. Sembrano onnivori…ed anche il Mc Donalds è nella loro dieta! Si aggirano camminando a gruppi, ma con sorpresa poi scopri che volano anche…e non si sa come, vista la grandezza!….Fatto sta che spesso te li trovi a planare come aquile.

Capisci che qualcosa dentro di te sta cambiando quando riesci a coabitare sui prati con loro, senza spostarti.

Fatto curioso è che a Melbourne non ci siano!

 Beni pubblici sono a disposizione di tutti senza che nessuno li rovini, rubi o distrugga…cosa che già in sè è notevole.

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Town Hall ed i “beni pubblici”

Le sdraie, i tavolini e le sedie disposte al mattino nella piazza davanti alla Town Hall portano con sé un cartellino plastificato attaccato su ognuna: “ Per te con amore dalla città di Sydney”…quasi toccante! Ancor più che dopo essere state messe lì, il Comune se ne prenda anche cura…c’è infatti chi è predisposto a pulirle e riallinearle tutte le mattine. Senza parlare del cesto con i libri per chi, in anticipo al lavoro, voglia fermarsi a leggere qualcosa di prima mattina…..Ovviamente non solo alla Town Hall e non solo per quanto riguarda le sdraie…è il concetto generale su cui si basano le città Australiane per tutti i servizi.

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Intrattenimenti offerti per tutta la città durante l'”Australia Day”

L’obiettivo è di farti sentire a casa anche mentre sei fuori e farti interagire e socializzare in modo confortevole. Il sentirmi“a casa fuori casa” è la prima volta che mi capita…

 Insomma…cose dell’ “altro mondo”!

Alla prossima con la parte III: Un pò di storia…

Cinzia

Post precedente: Australia I: “Aussie” si nasce o si diventa? Una panoramica sull’Australia e gli Australiani

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AUSTRALIA I: “Aussie” si nasce o si diventa? Una panoramica sull’Australia e gli Australiani

Quattro mesi a Sydney e qualcosa dentro di me è cambiato sicuramente.

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Sydney skyline

Mi trovavo in quello che si può definire un momento di transizione. Un momento che poteva evolvere in una depressione o in una rinascita. 29 anni, tanta insoddisfazione per quello che la nostra generazione sta affrontando ed ancora un anno per richiedere il visto Working-holiday per l’Australia. L’ho immaginata, sognata, studiata ed approfondita per lungo tempo fino a che, fatto il pieno di coraggio e voglia di cambiare il corso della mia vita, mi sono ritrovata lì….ed è stato l’inizio di un nuovo capitolo! Il migliore della mia vita.

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Quando si dice la classica “inquadratura da cartolina”..ma una bella cartolina!

E’ la terra dei canguri e dei koala, è lontanissima dall’Italia ed è uno dei pochi paesi a non essere stato toccato più di tanto dalla crisi economica internazionale.. In breve  potremmo dire questo! Sappiamo, poi, che è uno dei primi posti ad accogliere l’anno nuovo e, puntale ogni Capodanno, ammiriamo al telegiornale i fuochi d’artificio che illuminano l’Harbour davanti alla Sydney Opera House.

Alcuni l’associano ad uno stile di vita rilassato, al surf ed ai bei ragazzi biondi, alti e strutturati..ma poi non ne sappiamo molto più!

Nonostante ciò è una nazione ammirata da tutti. Il mito del “sogno americano”, la speranza di trovare delle opportunità di vita migliore nel continente americano, si è trasformato nel “sogno australiano”. Con la crisi economica ed occupazionale dilagante anche negli USA ed in Gran Bretagna, l’unico spiraglio sembra essere proprio questa terra lontana!

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Una bella vista anche dalla stazione della metro/treno di Circular Quay

E’ uno Stato che occupa un continente. Ha un’ampiezza maggiore di quella dell’intera Europa, ma una popolazione pari a quella di sole tre/quattro regioni italiane messe insieme. Ai più di 60 milioni di abitanti dell’Italia (al 31 dicembre 2013) si contrappongono i soli 23 milioni dell’intero territorio Australiano. In Italia la popolazione ammontava a quelle cifre dopo l’Unità nel 1861.

Ancora decisamente vivibile e questo spiega anche la politica più aperta nei confronti dei giovani stranieri alla ricerca della loro possibilità. Fino a 31 anni non compiuti è facile ottenere il visto “Working Holiday” per stare lì un anno..si può studiare, lavorare, viaggiare con la massima libertà….poi la difficoltà è rimanerci! Perchè credetemi, anche se il vostro primo proposito non è quello, ma solo fare un’esperienza di vita o magari migliorare l’inglese, alla fine vorrete rimanere o ritornare!

La popolazione si concentra nelle zone orientali e sud-orientali affacciate sull’Oceano: Brisbane, Sydney, e la più interna Canberra e poi a sud intorno a Melbourne ed Adelaide. map-australia-1Per trovare nuovamente una città importante, Perth, bisogna volare verso ovest per cinque ore da Sydney. E dimenticavo..la capitale è Canberra, una città fondata appositamente con quello scopo, e non Sydney come la maggior parte erroneamente crede!

Le città non sono paragonabili alla grandiosità di alcune metropoli americane. Dimensioni così sembrano proprio non esserci in questo continente..tutto è più a misura d’uomo. Sydney rimane comunque la città più vasta ed anche piuttosto popolosa con i suoi 4 921 000 abitanti nel 2015.

Il mondo da quella latitudine non sembra neanche così male e gran parte del merito va all’animo puro degli Australiani che con il loro stile “easy-going” ed il loro ottimismo contagioso sanno trasmetterti fondamentali lezioni di vita…ed è così che si impara a pensare e vivere in maniera nuova.  Non essendo circondati da negatività si apprende a non esserlo o per lo meno a controllarsi. Ad esprimere pessimismo e lamentele qui ti senti escluso ed impari a tollerare di più.

Per chi è arrivato all’apice dell’esasperazione dei discorsi Europei su come tutto va male e come andrà ancora peggio nel futuro…è il viaggio della salvezza!

Aussie si nasce, questo è sicuro, ma se si riesce ad apprezzare con umiltà tutto quello che di buono questa nazione e questa popolazione hanno da offrire, si è in grado di assorbire del buono per noi stessi e lo si può ritrasmettere agli altri.

Sorrisi elargiti con generosità, una manifesta soddisfazione nel poterti esser di qualsiasi aiuto, una leggerezza nel vivere, il non prendersi troppo sul serio, una gratitudine per la vita stessa, la mancanza di gerarchie sociali, sono solo alcuni aspetti evidenti del loro modo di presentarsi “amabili” al mondo. Danno costantemente l’impressione di essere un popolo che vuole essere “amato”, come se qualcuno dall’alto li guardasse e li giudicasse. Non penso rientri in questo alcun tipo di principio religioso, ma una forte componente di educazione. Degli esempi ineguagliabili per noi del vecchio continente dove il principio di “sopravvivenza” è diventato la base dell’esistenza…Tutto ciò è difficile da riproporre dalle nostre parti, ma si può sempre tentare.

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Royal National Park- Bundena (30km a sud di Sydney)

Si parla sempre di “qualità di vita”, si stilano classifiche, catalogando le città più vivibili al mondo…ma poi in realtà in cosa consiste la vivibilità?! Abitando tra Roma e Milano associavo una buona qualità di vita alle fredde città del Nord d’Europa e perfino alla confusionaria e sovraffollata Londra.

Ho capito…quella di Londra non è buona qualità di vita! E’ una città divertente, che offre opportunità e che ti dà la sensazione di essere vicina a tutte le tendenze del momento, ma non ti rende un essere umano “più sano”.

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St James Park, all’estremità di Hyde Park

Parto da qui, perché questa è l’essenza di Sydney per come sono riuscita a viverla ed apprezzarla. Non è la città Americana all’avanguardia su tutto, non è la Londra ricca di storia e centro del mondo. Qui si è piuttosto alla periferia, nella nostra visione Eurocentrica ed Occidentalizzata del mondo.

Tuttavia è un mondo che ancora non è stato corrotto dal “brutto”, perché essenzialmente non è sovraffollato. Non so se alla lunga tutti manterrebbero lo stesso meraviglioso spirito e calma nel caos romano! Quindi qualche scusante possiamo anche darcela o darla ai nostri politici che oggettivamente devono gestire delle città molto più problematiche.

A loro merito va però il polso duro ed irremovibile con cui mantengono la sicurezza. Regole ferree e che vengono fatte rispettare con multe salatissime. Ovunque ci si sente al sicuro.

Detto questo chi ha viaggiato tanto in Europa ed America non rimarrà colpito dalla città in sé stessa. Il centro CBD è molto bello e raccolto. Bei grattacieli, nuovissimi centri commerciali, ma non è per questo che si affrontano 25 ore di uno scomodo volo. Una vera prova. Non è New York.

Si arriva fin qui per la natura, i parchi, il mare… ed ancora i panorami, i cieli di un blu mai visto, l’aria fresca, la peculiare flora e fauna, ma soprattutto per il modo in cui riescono a farti vivere queste meraviglie.

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Royal Botanic Gardens

Si dice che in Australia vivano gli animali più pericolosi del mondo: squali, coccodrilli, serpenti velenosi… anche delle semplici meduse possono diventare delle strane creature, “le blue bottles”, con tentacoli che arrivano a 10 metri . Eppure mi sono sempre sentita totalmente al sicuro vagando anche in solitaria lungo i kilometri di “walking” a contatto con la natura.   Non sono mai stata “avventurosa”, ho sempre preferito un centro commerciale ad una passeggiata nel bosco…ma qui è diverso!

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Gita alle Blue Mountains..2h di treno da Sydney (sono consapevole che la t-shirt “USA” fosse sbagliatissima! Non ne avevo ancora una Aussie!)

Arrivi alla fine dei quattro mesi cambiata, diversa, vogliosa di riabbracciare la tua cultura, ma spaventata all’idea di riaffrontarla dopo aver apprezzato un’alternativa che sembrava un “mondo perduto” ma che esiste ancora…lontano…ma esiste.

Alla prossima con la parte II: Come’è arrivare dall’altra parte del mondo? Le prime impressioni su Sydney

Cinzia

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AUSTRALIA: 4 mesi Down Under

Bandiera Australiana

Bandiera dell’Australia

  1. “Aussie” si nasce o si diventa? Una panoramica sull’Australia e gli Australiani
  2. Com’è arrivare dall’altra parte del mondo? Le prime impressioni su Sydney…
  3. Un pò di storia…
  4. Un pò di geografia…(Stati e Territori, struttura governativa, stagioni, clima, fuso orario)
  5. Top ten delle curiosità sull’Australia
  6. Cosa visitare? La città dall’alto, dal basso, i parchi…ed un pò di cultura
  7. Le spiagge migliori, le passeggiate scenografiche ed i “ferry”
  8.  Fare amicizia con gli animali Australiani…Canguri, Koala e non solo!
  9. 3 Gite imperdibili fuori città (Blue Mountains, Royal National Park, Cockatoo Island)
  10. Melbourne in 4 giorni
  11.  La mia esperienza personale in pillole: piccole informazioni utili per Sydney (visto, volo, alloggio, prime pratiche, spostarsi con i mezzi, bagaglio, telefono, scuola d’inglese, lavoro)
  12. Cosa mi ha condotto in Australia? Riflessioni dal mio diario personale…

12 post di “una passeggera in transito nel mondo” per condividere, con chiunque sarà interessato, la mia più grande avventura!

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Sydney Skyline dal ferry di ritorno da Manly

  • Sei un appassionato viaggiatore alla scoperta della tua prossima destinazione?
  • Sei un giovane ragazzo/a alla ricerca della tua strada, del tuo posto nel mondo e di un trampolino per la tua vita futura?
  • Ami semplicemente leggere con curiosità articoli di viaggio nei tuoi momenti liberi?…e poi chissà mai che nel futuro arriverai anche lì…

Mi rivedo, in periodi diversi, in tutte  e tre le situazioni…

Spero in tutti e tre i casi di poterti essere di qualche aiuto per delineare l’immagine di questo paradiso in terra che è Sydney, arricchendo i racconti con ampie gallerie di foto. D’altronde la mia più grande passione durante quei mesi è stata la fotografia…

Non esitare a scrivermi nella sezione dei commenti o sulla mail per informazioni o consigli…Sarò molto felice se potrò collaborare, anche in minima parte,  alla realizzazione del tuo sogno Australiano.

So bene quanto coraggio richieda imbarcarsi in un’esperienza del genere e sarò lieta di incitare chiunque a perseguire questo sogno….Ogni sforzo sarà ricompensato da grandi soddisfazioni e nuove emozioni

Statene certi!

Fondamentale è però arrivare ben informati e preparati…io sono stata un’insaziabile lettrice e quasi nulla è poi stata una sorpresa…quindi leggete, leggete ed informatevi!!!!

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Vista di Sydney dal Taronga zoo

 Alla prossima

Cinzia

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ARTE. ARTISTA. TALENTO.

Arte. Artista. Talento. Tre vocaboli semplici e di frequente utilizzo,  ma che nascondono una vastità di significati scavando appena dietro la loro superficie.

E quindi.. Che cosa è Arte? Chi può definirsi Artista con diritto? Chi ha Talento e, più che altro, chi stabilisce chi ha talento? C’è tanto materiale su cui riflettere, ma non ci sono risposte appaganti e concilianti di tutte le visioni neanche focalizzando l’attenzione solo sull’epoca contemporanea. Ulteriore confusione si crea allargando l’analisi al passato e chissà quali ulteriori evoluzioni riserverà il futuro!

Ci sono poche pratiche culturali meno demarcate professionalmente dell’Arte. Non c’è un certificato che stabilisca che un’opera o un oggetto sia destinato a diventare  “d’Arte”. D’altronde chi  lo giudicherebbe? Ed ancora, sarebbe tale in tutte le epoche?  In fondo l’Arte è l’espressione di una sensibilità incanalata attraverso un mezzo espressivo a raggiungere uno scopo. Il mezzo può essere una tela ed un pennello, il proprio corpo e delle scarpette da punta, un pianoforte o un foglio ed una penna, mentre lo scopo è la creazione di un quadro, di un balletto, di una musica fino ad una poesia.

 Il Talento, coadiuvato dalla tecnica e rinvigorito dalla passione, si esprime alla perfezione quando la sensibilità, che è in ognuno di noi, riesce a trovare la sua strada di espressione pura e soggettivamente perfetta. Semplificando: tutti hanno un mondo di sensibilità interiore, ma pochi riescono a tirarla fuori, incanalandola attraverso un mezzo, sublimandola ed arrivando a generare emozioni che siano godibili anche per gli altri. Trovare un’oggettività, necessaria in qualunque standardizzazione, è inconciliabile con l’essenza stessa dell’Arte. Probabilmente il talento è posseduto nel proprio campo  da molte più persone rispetto a quelle che lo esprimono. Forse tutti  hanno il proprio, ma non tutti lo identificano  pressati come sono dalle richieste di una società che rende necessario in primis il soddisfacimento dei bisogni primari, non sempre tranquillamente appagati da una carriera artistica.

Si presuppone dunque che quello che un Artista crea sia Arte, ma tantomeno c’è un esame per diventare Artista che sancisca univocamente il valore di questo status. Ovviamente ci sono le Accademie, c’è la tecnica da apprendere ed affinare, ma socialmente, alla fine degli studi, sarai ritenuto artista quanto l’autodidatta che con talento e passione ha associato la sua vena artistica alla sua professione ordinaria.

Gli antichi Greci e Romani non avevano neanche una parola per definire chi si occupava delle Arti Visuali e nel Medioevo l’artista era l’artigiano. Lo scopo delle sue creazioni era pratico. E’ a partire dal Rinascimento che l’Arte conquista un’accresciuta considerazione e raggiunge il suo valore più alto.  Nonostante ciò in questa fase si rintraccia ancora uno scopo “utilitaristico”, se così ci si può arrischiare a definirlo. Non c’era nè Arte nè Artista se non c’erano mecenati laici o religiosi e, in un dare/avere,  le Corti più sfarzose necessitavano del Court painter che, in assenza di fotografie, imprimesse stipendiato la magnificenza del patron per i posteri. Non solo, in qualche modo erano gli spin doctors dell’epoca. Insieme all’immagine “fotografica”  propagandavano visivamente dei sottili messaggi studiati che avevano un impatto sul resto della Corte e che, insieme agli sfarzi architettonici, coadiuvavano a creare un impressione su quelle estere.. Il godimento

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Deposition, Rubens 1602

estetico non era sempre la prima preoccupazione, ma alle Corti più raffinate il sovrano Umanista, patrono delle arti, colto e raffinato negli intenti, era di gran moda. Lo stesso si può dire dell’importanza dell’iconografia per la Chiesa Cattolica in un mondo ancora non del tutto alfabetizzato.

In questo contesto capiamo quindi facilmente come, non a caso, gli Artisti seicenteschi derivassero il loro prestigio anche dal tipo di temi che trattavano. Al primo posto di questa immaginaria scala di valore c’erano coloro che si occupavano di temi storici (molte battaglie) o di temi religiosi. Erano coloro che celebravano ed immortalavano le imprese che andavano ricordate. Un esempio su tutti è Rubens. Seguivano i ritrattisti come fu

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Charles I, Van Dyck 1635

 Van Dyck alla Corte inglese di Charles I.   Solo al terzo posto i paesaggisti  ed all’ultimo coloro che rappresentavano scene di vita quotidiana. Questi ultimi temi d’altronde non erano certo rilevanti per gli scopi che stavano a cuore ai mecenati che commissionavano le opere. Insomma, i Romantici come Turner o gli Impressionisti non avrebbero avuto molta fortuna nel 1600!

 

Sono trascorsi secoli e da allora tante rivoluzioni hanno rotto ulteriormente gli schemi su cosa sia Arte. La libertà di sperimentazione è stata totalizzante tanto che delle volte verrebbe voglia di parlare di grandi bluff, di mettere in dubbio la genuinità dell’espressione di una sensibilità a favore della ricerca della stravaganza e…dell’attenzione mediatica! Ma ancora una volta quale è limite dell’Artista o di chi si definisce tale? Non c’è.  Forse sono emozioni anche quelle: emozioni di rottura, di distruzione o solo curiosità legittima di sperimentazione. Ci sarà chi da spettatore rimarrà ancorato all’ammirazione per le forme di ordine, grazia e bellezza, le forme del passato e del “già noto”, ma ci sarà sempre chi porterà scompiglio in tutto questo. Le Avanguardie, nel momento in cui sono tali, sono sempre state  difficili da inquadrare e valutare. Che sia per farsi notare o per esprimere una reale interiorità potrebbe non cambiare la questione. Sì, perché prima che un lavoro, l’Arte è passione, espressione di questa passione e svago… ed anzi più spesso è proprio questo. Una pausa dal flusso incessante e frenetico della vita. Ognuno poi la caricherà dei propri significati e scopi secondari ma, in qualunque veste, è e sarà sempre un atto di generosità ed arricchimento alla bellezza e poesia del mondo troppo spesso deturpato dal brutto.

 Cinzia

Art Promoter Galleria Artespazio La Vaccarella

Vicolo della Vaccarella 12, ang. Via della Scrofa (Roma)

http://www.lavaccarella.org/

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ROYAL YACHT BRITANNIA: una residenza reale galleggiante (1953-1997)

Era il 1953 e la neo Regina Elisabetta II varava il suo primo ed ultimo transatlantico con queste parole “I name this ship Britannia. I wish success to her and to all who sail in her”. 83esima nave reale e seconda con questo nome, andava a sostituire il Victoria and Albert III, costruito per la Regina Victoria e poi usato da quattro sovrani fino al 1939.

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Britannia dall’Ocean Terminal

La nuova nave era stata commissionata per il Re George VI, malato da tempo, ma non fu completata in tempo per lui. Al contrario l’attuale Regina, i suoi figli e nipoti l’hanno largamente utilizzata per ben 44 anni di onorato servizio.

E’ tuttora ormeggiata al porto di Leith, a pochi chilometri dal centro di Edimburgo. Vi si accede a partire dall’ultimo piano del centro commerciale Ocean Terminal, facilmente raggiungibile in 15 minuti di autobus. Si visita un museo che ne traccia la storia e, seguendo l’audioguida, si percorre gran parte della nave che mostra ancora gli arredi originali.

A differenza delle residenze reali che normalmente si visitano, qui si arriva a curiosare fino alle stanze più private, comprese quelle da letto! In tanti anni di “passione reale” ho praticamente visitato tutte le residenze reali “su terra”, in campagna ed in città. Questa è di sicuro la più originale.

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L’elegante entrata del museo

L’assenza di pomposità è ciò che colpisce. Siamo anni luce lontani dallo sfarzo di Buckingham Palace. Gli arredi furono scelti personalmente dalla Regina. Riflettono uno stile anni ’50, talvolta anche precedente, visto che alcuni mobili provenivano dagli yachts che ha sostituito.

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Il Britannia nel suo ultimo rientro in porto a Portsmouth

Anche se l’apparenza non è sfarzosa, il servizio non deludeva. La rigida etichetta di corte e l’attenzione minuziosa ai dettagli veniva trasferita a bordo. Lo staff ammontava a 21cimg9198 ufficiali e 220 marinai. In aggiunta, l’entourage privato della Regina. Elisabetta ed il marito presero personale cura dell’arredamento country, old-fashioned che si respira a bordo. Mentre le altre residenze, da Buckingham Palace a Sandringham e Balmoral, le aveva ereditate e preservate pressochè invariate, il Britannia era propriamente il Queen’s yacht!

La nave era pensata per varie funzioni. A bordo si raggiungevano terre lontane come cimg9195l’Australia o il Canada per impegni ufficiali o tour; si ospitavano incontri di rappresentanza o semplicemente si navigava con l’intera famiglia lontano da occhi indiscreti. William e Harry passavano settimane intere delle loro vacanze estive sulla nave giocando con i loro cugini.

Fu varata inoltre con l’intendimento di poter essere utillizzata come nave ospedaliera in caso di ulteriori conflitti. Questo spiega la capienza delle lavanderie, la sala chirurgica e molti altri accorgimenti. In realtà mai fu utilizzata a quello scopo, neanche in occasione della guerra alle Falkland del 1982, quando fu ipotizzato un suo intervento.

Per diversi anni fu la romantica imbarcazione che fece da sfondo alle lune di miele di molti neosposi. Primi, la sorella della Regina la Principessa Margaret con il fotografo Armstrong-Jones, poi la Principessa Anna con Mark Phillips, ancora Carlo con Diana ed infine il Principe Andrew con Sarah Ferguson.

Nessuna di queste storie ebbe un lieto fine, tutti divorziarono. C’è da dire che già le premesse a bordo del Britannia non furono positive, almeno per la coppia di Carlo e Diana.

La neo principessa detestò quella luna di miele quanto quella nave. Di fatto odiava anche le altre residenze “su terra”! Ci sono interi capitoli di libri che la riguardano che ci fanno carlo-e-dianarivivere, attraverso le sue parole, la noia e la depressione che provò durante quelle due settimane nel bel mezzo del Mediterraneo.

Sì, perchè praticamente non scesero quasi mai! Sbarcare in maniera non ufficiale era praticamente impossibile…Mettere piede sulla terraferma equivaleva a trovarsi a cena con un presidente di qualche nazione estera. I due coniugi avevano per la prima volta tempo e modo di conoscersi meglio e non fu un bene, lì sperduti in mezzo al mare. Si racconta di un Carlo immerso nelle sue letture di filosofia e di una diciannovenne Diana con tutt’altri interessi, poco incline ad ascoltare gli ispirati racconti del marito. Si dice che Carlo già intratteneva lunghe conversazioni segrete con Camilla dalla nave…segrete ma non troppo! Diana infastidita ed annoiata scendeva spesso nella sala dei marinai, con loro grande stupore, per assaporare un pò di calore umano.

Gli sforzi di rendersi desiderabile fisicamente agli occhi del marito sembra non portassero molti risultati e la passione non esplose spesso durante il viaggio. William fu comunque concepito da lì a poco.

A tutt’oggi i viaggi di nozze hanno acquisito un aspetto ben diverso. William e Kate sono volati ad un villaggio turistico alle Seychelles e si ipotizza che la vacanza sia stata più piacevole.

Uno degli ultimi utilizzi privati della nave è stato nel 2011 per la cena pre-nuziale di Zara, nipote della Regina e figlia della Principessa Anna. Tutta la famiglia reale era presente.

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Perchè fu dismessa?

Questi transatlantici hanno sempre avuto un tempo massimo di vita dopodiché venivano rimpiazzati da altri nuovi e più moderni. Nel 1997 il Britannia sarebbe dovuto essere carlo-e-diana-3sostituito già da tempo, ma non era più epoca. La principessa Diana era appena deceduta portandosi dietro un crollo di consensi per la monarchia. Contemporaneamente, l’avvento come primo ministro di Tony Blair e del partito laburista determinò il resto….Tagliare i costi della monarchia era il primo passo. Si dice che la Regina fosse visibilmente commossa quando dovette abbandonare per l’ultima volta la SUA nave.

Ma cosa si visita?

Si parte dall’ultimo piano, dalla cabina di pilotaggio. Anche se la nave fu operativa fino al 1997 gli strumenti sembrano molto precedenti…niente è elettronico!

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Facendo le veci dell’Ammiraglio temporaneamente assente

Il capitano, in questo caso un Ammiraglio, era al timone. Era l’unico ad avere una propria cabina degna di questo nome. Comprendeva un salottino, una camera da pranzo, una piccola camera da letto ed un bagnetto. Normalmente cenava con la famiglia Reale, il suo status glielo permetteva, ma in loro assenza poteva avere la sua privacy.

Anche gli ufficiali avevano delle cabine più vivibili, erano “solo” in due in ognuna ed avevano una sala da pranzo ed area ricreativa staccata dai loro sottoposti.

I 2 piani più interessanti sono quelli dove viveva la famiglia Reale:

  • Si inizia dalla sala preferita dalla Regina….il Sun Lounge, il salottino dove prendeva il thè a colazione e nel pomeriggio. La sala più assolata, affacciata in direzione della poppa. Qui Prince Philip si dilettava a preparare i cocktail per i suoi ospiti.
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    The Sun Lounge

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    Assolato affaccio sul ponte veranda

    Questa si affaccia sul “ponte veranda”. Con il suo pavimento di legno, continuamente lustrato, è la parte più riparata della nave….e facilmente ci si rende conto di ciò durante la visita!….Qui erano soliti disporre una piscina per far divertire i principini, si praticavano vari tipi di sport ed era anche la location perfetta per foto ufficiali di famiglia o diplomatiche.

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    La verandafoto-gruppo Da dx.la Principessa Anna con la figlia Zara Phillips, Carlo con Harry, Diana con William, Prince Edward, Peter Phillips, Prince Philip, la Regina, Principe Andrew, Margaret

  • Le camere da letto della Regina e di Prince Philip sono sullo stesso piano, appena oltre il Sun Lounge. Sono comunicanti, ma con letti singoli ed estremamente semplici.
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    La camera da letto della Regina

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    La camera da letto di Prince Philip

    Lo stile più floreale e femminile della prima si discosta da quello più serio, quasi militare, della seconda. Perfino le preferenze delle lenzuola erano rispettate e le scelte in materia erano opposte per i due coniugi.

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    Le due camere comunicanti

  • Di fronte, l’unica camera della nave ad avere un letto matrimoniale fatto aggiungere personalmente da Carlo. Fu infatti qui che il principe e Diana trascorsero la luna di miele.

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    La camera dei neosposi Carlo e Diana

  • Altre 16 stanze erano utilizzate dal resto della famiglia e dai vari ospiti invitati

Scendendo al piano inferiore attraverso un elegante scalone, le altre sale utilizzate durante la giornata:

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Anticamera del Salone

  • Lo studio della Regina e, dal lato opposto del corridoio, lo studio di Prince Philip. Tutti gli orari della loro giornata erano attentamente scanditi. La Regina lavorava per diverse ore in questa sala stretta. Qui riceveva i “Red boxes” dal Parlamento…quindi si può dedurre che la sua posta le fosse consegnata anche nel bel mezzo dell’Oceano. Sempre qui, ospitava gli incontri con il suo segretario privato e con l’addetto stampa ed approvava gli affari relativi alla vita a bordo, compreso il menu del giorno!
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Lo studio della Regina

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Lo studio di Prince Philip

  • Il grande salone. Come in una country house affacciata sul mare, l’elegante Drawing Room ha divani in stile floreale intorno ad un caminetto elettrico (per motivi di sicurezza!). Era la sala relax per giochi da tavola, musica e conversazione. I bassi tavolinetti erano usati per il bridge, il poker e per i puzzle dei più piccoli. Nell’ angolo a sinistra un pianoforte a coda che venne suonato anche da Diana e Margaret. Nel corso di occasioni formali un pianista della Royal Marines Band forniva il discreto accompagnamento musicale. Gershwin risultava essere uno dei favoriti della Regina.

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    L’elegante Drawing Room


  • La sala da pranzo era utilizzata per gli eventi ufficiali, ma anche per i pasti giornalieri..magari ridimensionando la lunghezza del tavolo! Così come a Buckingham Palace, anche qui l’apparecchiamento era meticolosamente predisposto con un “regolo di precisione” che distanziava al centimetro un oggetto dall’altro. A centro tavola sempre fiori freschi del paese ospitante. Alle pareti ancora sono appesi regali ricevuti durante i tour esotici che intraprendevano a bordo del Britannia. A tutt’oggi la sala è affittata per eventi vari.

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    La sala da pranzo

  • La Rolls-Royce. Per molti anni venivano imbarcate anche le macchine: la Rolls-Royce di rappresentanza o la Range Rover per le escursioni a terra. Non era semplice issare la vettura sopra il ponte e così negli ultimi anni si optò per affittarle sul posto.

Come in una sorta di “Downtown Abbey” i piani superiori e quelli inferiori conducevano una vita ugualmente intensa ma piuttosto diversa. Due mondi lontani, ma che vivevano estremamente vicini…precisamente sulla stessa nave! Scendendo curiosiamo quindi tanti altri ambienti. Tra i più interessanti:

  • Gli alloggi decisamente più scomodi dei marinai

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    Gli alloggi dei marinai

  • La lavanderia
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    La lavanderia

    La sala chirurgica….

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    La sala chirurgica

    Una nave, un microcosmo servito di tutto…una casa per alcuni ed un ufficio per altri. Di sicuro uno degli emblemi del regno dell’attuale Regina Britannica, uno dei simboli del Commonwealth e promotore dell’industria e del commercio.

    A tutt’oggi una tappa obbligata per chi visita Edimburgo! Buona visita e… tutti a bordo! 

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    Tutti a bordo!

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LOS ANGELES IV: in transito a Long Beach, Newport (Orange County), Santa Barbara + info generali

ALLONTANANDOSI DALLA CITTA’: i dintorni

E qui torniamo al punto di partenza: sarebbe servita la macchina!

L’utilità di affittarla è già evidente muovendosi all’interno della città, ma lo diventa ancor più provando ad allontanarsi. Potrei scrivere un post a parte descrivendo le avventure  affrontate per raggiungere alcuni posti…per ora ne farò qualche cenno!

Ora il viaggio diventa largamente fotografico. Forse solo alcune giuste foto possono rendere in parte l’atmosfera di questi luoghi, meglio di tante parole..

LONG BEACH :

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Porto Long Beach

 Sembrava molto facile da raggiungere. Era semplicemente il capolinea di una metro a lunga percorrenza..e questo è quello che ci ha tratto in inganno! Non so descrivere con esattezza quanto tempo abbiamo passato sul quello che doveva più propriamente essere chiamato “treno”! Nel percorso si attraversano sobborghi fortemente malfamati e difatto il giro serve a P1040291rendersi conto che non tutto l’hinterland di Los Angeles è Beverly Hills. Le banchine sono praticamente dentro questi villaggetti simili a favelas. Temo inoltre che su quella metro non siano troppo abituati a vedere due donne bianche, i vagoni sono senza conducente e quindi lascio immaginare quanto sia stato piacevole il percorso! Al ritorno ci rifiutiamo di fare lo stesso giro, temendo in aggiunta anche il buio. Troviamo quindi una soluzione alternativa che si rivela forse anche peggiore…l’autobus a lunga percorrenza! Se la metro ci era sembrata lunga, al ritorno abbiamo impiegato almeno due ore e mezzo, solo per arrivare alla stazione degli autobus (versione by night) dell’aeroporto di Los Angeles…. da lì altro viaggio per Santa Monica, e poi di nuovo bus per Beverly Hills. L’ambiente sull’autobus su cui abbiamo stazionato tutto quel tempo era simile a quello della metro, però almeno c’era il conducente… Sembrano incuriositi dalla presenza di due persone bianche e bionde su un autobus di quella zona! Non mi sarei mai aspettata una divisione delle zone così tanto netta..piano piano l’autobus si riempiva di tutte persone di colore, poi gradatamente queste scendevano ed iniziavano a salire solo messicani/ispanici, non sembrano parlare inglese tra loro, neanche i bambini..è un fenomeno strano! Pensavo fossero molto più integrati…Riavvicinandosi a Los Angeles ricompaiono persone bianche e spariscono tutti gli altri..

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Long Beach

Sinceramente a distanza di anni è più netto il ricordo del percorso per arrivare che non la città  che invece merita di sicuro una visita, se raggiunta diversamente. Arrivati lì è un’oasi di ordine, pulizia, verde..il faro, il porto, le belle barche, il villaggio con i negozi in legno color pastello che sembrano case delle bambole..sembra tutto finto! P1040131Dall’altro lato del porto l’imponente transatlantico intitolato alla Queen Mary.  Prestò servizio sulla rotta Southampton-New York dal 1936 al 1967 quando fu venduto alla città Californiana e trasformato in museo. Stazionato lì ed interessante da visitare è l’attrazione della città.

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Queen Mary

ORANGE COUNTY :

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Newport Beach

 Sicuramente la serie tv “OC”, Ryan , Seth e Marissa, hanno aiutato a mettere sulla carta geografica della California questa contea a sud di Los Angeles. Che poi in effetti la serie non era girata propriamente lì. La maggior parte degli esterni erano ad Huntington Beach, una cittadina costiera più vicina a Los Angeles. Ci sono perfino dei tour che  portano a visitare alcuni dei luoghi dove era girata la serie e veramente poco è lì..ma questo giro ce lo siamo risparmiato!

La città di riferimento da visitare è Newport Beach..ed è stata di nuovo un’esperienza raggiungerla senza macchina! Il piano che ci era stato consigliato era arrivare con il trenoP1040172 dalla stazione centrale di Los Angeles (già di per sé un bel viaggio da Beverly Hills) ad Anaheim e poi prendere un autobus che sarebbe dovuto arrivare direttamente a Newport. Sembrava facile a dirsi…

Fino ad Anaheim tutto bene… una volta accettata la lentezza del treno! Era domenica ed una volta scesi ci troviamo su uno spiazzale deserto davanti ad uno stadio enorme..nessun umano, né tantomeno autobus! Dimenticavo di sottolineare che le stazioni intermedie americane consistono del solo binario e, nella maggior parte dei casi, non c’è la stazione come noi la intendiamo. Aspettiamo.. qualcuno arriverà! Alla fine si affaccia solo la navetta per raggiungere il Disney World…scopriamo così che la domenica il nostro autobus non è in servizio  e non ci vengono consigliate  alternative. La navetta riparte e siamo di nuovo nel deserto…

P1040230Ci spostiamo verso la strada ed iniziamo a percorrerla alla ricerca di un incrocio. Non sappiamo neanche in che direzione andare quindi seguiamo l’intuito. E’ difficile poter descrivere quanto non ci fosse nessuno nel raggio di chilometri..nessuna persona, nessun negozio, nessun taxi e non sapere neanche come poterne chiamare uno..solo pali della luce di legno su questa strada di cui non si vede la fine..sembra di essere in uno di quei film “on the road” americani! Fa caldo, iniziamo a camminare, camminare, non si sa verso dove..ed alla fine la luce.. un autobus passa, ci prende su e ci porta  fino ad un incrocio che non avremmo mai raggiunto a piedi..da lì secondo bus e dopo un’altra ora di traversata siamo finalmente a Newport. Il lato positivo di girare su questi autobus a lunga percorrenza è quanto di abitativo riesci a visitare, quante scuole, case e sobborghi. Questa è una bella zona ed è quindi anche una piacevole visione. Il pensiero di riaffrontare il ritorno ci ha un po’ guastato la giornata, ma  l’atmosfera del posto era spettacolare.

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Ferry da Balboa Peninsula a Balboa Island

Spiaggia più contenuta di quella di Los Angeles, tanti bei pontili, bellissimi panorami..sembra davvero di essere nella Sigla della serie OC (per un piccolo tuffo nel passato!) Atmosfera più familiare, più da cittadina italiana sul mare..anche l’oceano sembra essere meno oceano!

La Balboa Island è un’isola artificiale nel Porto di Newport. I piccoli ferry che si vedono nella foto trasportano automobili, biciclette e persone attraverso il canale del porto tra la Balboa Island e la Balboa Peninsula.

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Balboa Pavilion

Lo storico Balboa Pavilion, risalente al 1906, è il punto di riferimento di Newport Beach.

Il ritorno a LA è stato meno peggio del previsto..taxi fino ad Anaheim, con spesa contenuta visto il cambio favorevole e poi treno! Se solo avessimo preso il taxi già all’andata..

SANTA BARBARA:

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Pier di Santa Barbara

E finalmente un posto raggiungibile bene anche con il treno..certo un treno lentissimo come sempre, ma comunque comodo! Il ricordo è quello di una delle poche gite di quei giorni dove tutto è filato liscio e senza sorprese.

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La caratteristica Old Town

A nord di Los Angeles, case bianche e tetti rosso cotto, come nella sigla della soap opera omonima,  un pontile di legno in stile norvegese, un lungomare ornato di palme ed un panorama incantevole sulle colline retrostanti,…

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Inizialmente la città fu fondata dai missionari cattolici spagnoli e l’impronta ispanica è sicuramente rimasta.

Cosa visitare?

-Stearns Wharf, il pontile in legno risalente al 1872. E’ il più antico dello Stato Californiano, più volte distrutto dagli incendi e ricostruito

-State Street ed il Paseo Nuevo

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State Street

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Paseo Nuevo

-County Courthouse e la torre dell’orologio (El Mirador) per ammirare uno dei più bei panorami di Santa Barbara

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County Courthouse

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La Torre dell’orologio

-La Missione di Santa Barbara risalente al 1786 e la chiesa cattolica eretta nel 1820.  E’ la missione più visitata della California. Nell’edificio adiacente la Chiesa c’è un interessante museo che approfondisce la storia dell’incontro fra i frati francescani e i nativi.

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La Missione

E’ poco distante dal centro e raggiungibile con un autobus

INFORMAZIONI GENERALI E CURIOSITA’:

  • I terremoti ci sono davvero e sfortunatamente l’abbiamo sperimentato. In realtà non l’abbiamo veramente sentito. Eravamo sulla metro per raggiungere Hollywood e quindi era come essere in un bunker anti-sismico alla profondità del centro della terra. Il vagone si è fermato per un bel pò, hanno fatto un annuncio confuso di cui non abbiamo capito niente e tutti sono rimasti fermi e calmi…alla fine ha ripreso a muoversi ad una lentezza ancora più assurda della solita, ma nessuna altra anomalia… così abbiamo continuato i nostri giri tranquille tutto il giorno ignorando cosa fosse successo.

Devo dire che siamo state sfortunate. In realtà il terremoto abbastanza forte che c’è stato non è cosa di tutti i giorni; di quell’entità sembrava fossero dodici anni che non accadeva. Sarà che i media statunitensi amano l’allarmismo ed il sensazionalismo, sarà che l’evento non era usuale, ma sta di fatto che abbiamo passato il restante tempo con una forte angoscia..tutte le televisioni, praticamente a reti unificate, e tutti i giornali invitavano insistentemente a mettere in sicurezza gli oggetti in casa (in modo da non farti cadere niente in testa!), chiudere il gas, dormire con la torcia nel letto( precauzionalmente portata da Roma..quasi un sesto senso!),  preparare la valigia la sera per una fuga più rapida con tutto il necessario..ci siamo attenute a tutto, ma non è stato piacevole!!!! Tutti parlavano di questo famoso Big One, questo terremoto spaventoso che si ipotizza avverrà prima o poi in California e che si teme distruggerà tutto. Le ipotesi sono davvero catastrofiche se si legge tutto. L’epicentro stimato di questo Big One è più o meno dove si era registrato quello di quei giorni..quindi lascio immaginare l’ansia! Non sapendo quanti allarmismi inutili fanno di solito, ho pensato davvero di non arrivare al giorno dopo!

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Santa Monica

  • Fa freddo dappertutto..il clima non è afoso per niente ed in più l’aria condizionata spropositata è un must
  • Gli autobus corrono a folle velocità..le linee express non fanno molte fermate e collegano Santa Monica, Beverly Hills e Downtown attraversando un’unica via infinita..di conseguenza quando prendono velocità sono vicini al decollo! Il tempo impiegato per coprire queste distanze rimane comunque elevato e questo spiega la necessità di correre!!!
  • Come in tutte le altre destinazioni americane e canadesi: soldi spicci sull’autobus per pagare il biglietto..niente resto!
  • Più difficoltà con la ricerca dei supermercati..molti sono discount e questo vuol dire non trovare quasi nulla che assomigli a qualcosa di italiano!
  • Altre gite consigliate, ma che noi non abbiamo avuto modo di testare: San Diego che si raggiunge bene anche in treno e Tour organizzati per Tijuana, prima città messicana dopo il confine
  • Popolazione veramente gentile. E’ la città americana, tra quelle visitate, dove sono stati più disponibili ed aperti. E’ proprio vero che il sole rende più simpatici gli abitanti! Anche l’accento che hanno è per lo più comprensibile. Quando poi scoprono che siamo italiane, sono ancora più gentili e questo fa piacere! Capiamo che considerano che veniamo veramente da lontano. Ci scambiano tutti per russe, non so perché! E’ la prima volta che mi succede..di solito in Italia mi scambiano per Americana!
  • Pochi turisti italiani rispetto a quanti se ne incontrano a Miami e soprattutto a New York, ma tanti italiani emigrati che gestiscono soprattutto ristoranti. Sono tutti soddisfatti di vivere ed avere famiglia lì..in molti casi i figli neanche parlano italiano.
  • AFFITTARE LA MACCHINA già dall’arrivo in aeroporto

Buona visita a….Los Angeles!

LA parte 1: in transito a…Beverly Hills

LA parte 2: in transito a….Santa Monica, Venice e Marina del Rey

LA parte 3: in transito a…Hollywood e Downtown

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LOS ANGELES III: in transito ad Hollywood e Downtown

HOLLYWOOD:

Il viaggio prosegue e la fermata successiva non poteva che essere  Hollywood.

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Hollywood

Da Beverly Hills, dopo una traversata abbastanza lunga a bordo di un bus e poi della metro, arriviamo alla fermata Hollywood and Highlands. Il bus percorre questa strada sempre dritta ed interminabile solo per arrivare alla prima stazione della metro, e la metro è scavata nel 81-METROsottosuolo alla profondità più profonda che si possa immaginare..si prende una scala mobile e si inizia a scendere, scendere..fino al centro della terra! Probabilmente sono strutture anti-sismiche.

Usciti dalla metro siamo entrati subito in un’atmosfera caotica che  ricorda molto la frenesia di Times Square. Giganti insegne luminose, rumore, traffico impazzito, personaggi vestiti e truccati come i protagonisti di pellicole famose che si fanno scattare le foto con i turisti..

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Hollywood Boulevard

Poi ci concentriamo a guardare il marciapiede di questa Hollywood Boulevard dove sono 108-HOLLYWOOD BOULEVARDstampati a chiare lettere all’interno di stelle i nomi degli attori più famosi al mondo. Facendo la passeggiata in su e giù lungo la via su entrambi i lati tutti sono a viso basso alla ricerca del loro attore preferito e si rischia continuamente di scontrarsi.

Lungo il viale facciamo una sosta al Mann’s Chinese Theatre, un imponente teatro di reminescenza Cinese che, pur non adattandosi assolutamente allo stile degli edifici intorno, risulta molto originale. Lo spiazzo davanti al teatro è uno degli spazi più 114-gremiti di turisti..qui, sul lastricato della pavimentazione, sono impresse le orme di mani, piedi,la data di apposizione e la firma  di tantissime stelle di Hollywood. Anche qui le foto sono d’ordinanza. Mia madre distesa vicino alle impronte di George Clooney, rimarrà nei nostri album dei ricordi. Abbiamo provato, come tutti, le nostre mani ed i nostri piedi nelle orme e ci siamo accorte di quanto questi attori abbiano davvero delle gran manone e piedoni..devono essere veramente dei giganti! Abbiamo ritrovato anche le impronte di Sophia Loren e Marcello Mastroianni a cui  tanti americani facevano le foto.

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Mann’s Chinese Theatre

Adiacente a questo teatro, anche se in stile completamente diverso, con un gigantesco portale  color oro, c’è il Kodak Theatre. E’ il teatro dove si svolgono annualmente le premiazioni degli Oscar del cinema e da qualche anno si svolgono anche le finali del

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Kodak Theatre

popolare talent show “American Idol”. Non potevamo mancare la visita anche qui e così, pagando pochi dollari, abbiamo seguito un tour guidato di circa 30min. in compagnia di un gruppo formato da tedeschi e giapponesi che non sembrano capire più di tanto l’inglese. Ma il tour è l’unico modo per accedervi!  Ci hanno mostrato il salottino dove gli attori aspettano trepidanti l’agognato risultato, abbiamo visto da vicino un’ autentica statuetta, abbiamo seguito il tour dietro le quinte  e siamo entrati in dei camerini piuttosto deludenti e poi finalmente siamo giunti sullo stage..sul palco tante volte calcato dalle più grandi stelle di Hollywood. Davanti a noi in platea alcune sagome di attori notissimi poste sulle poltrone  occupate realmente durante l’ultima premiazione.

Uscendo dal teatro l’immancabile visita al grande centro commerciale Hollywood and Highlands.

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Centro commerciale Hollywood and Highlands

E’ un centro all’aperto che si compone di più piani e che colpisce per una grandiosa architettura  ispirata all’Egitto. E’ un must-see, non tanto per i negozi, ma soprattutto per la spettacolare vista che si  apprezza dai piani superiori..E’ qui il punto privilegiato di osservazione per vedere e fotografare la Hollywood sign ovvero la maestosa scritta bianca HOLLYWOOD che troneggia tra le colline.

In una seconda giornata passata ad Hollywood abbiamo invece preso parte ad un tour guidato che ci ha fatto fare il giro delle ville( o per meglio dire delle regge) delle star e con l’occasione abbiamo scoperto anche altri elegantissimi quartieri della città. Partiamo quindi da Hollywood Boulevard a bordo di un piccolo pulmino estremamente freddo. L’ aria condizionata è sempre eccessiva e questo problema lo riscontriamo ovunque nei luoghi chiusi.  Gli americani sembrano essere estremamente calorosi, quindi sembriamo le uniche su quel pulmino a soffrire così. Proviamo a far diminuire solo leggermente l’aria ma, non si sa come, tutti si lamentano subito del caldo. Visto che siamo in minoranza..dobbiamo subire noi il freddo! Il giro è bello: prima la visione dall’alto, dalle colline di Hollywood su tutta la città passando per la villa maestosa dei Beckhams,

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Vista dalle colline di Hollywood

poi Sunset Boulevard, l’Actor Studio, per arrivare alle ville di Beverly Hills e di Bel Air, compresa quella dove  giravano “Il principe di Bel-Air”, telefilm cult degli anni ‘90..

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“Il principe di Bel-Air”

Di alcune di queste case si vede chiaramente solo la cancellata e si scorge appena la costruzione, protetta da una folta vegetazione..d’altra parte non deve essere piacevole avere pulmini che continuamente passano davanti  e si può capire la ricerca di privacy! Altre, come quella di Marylin Monroe o Reagan,  sono invece affacciate totalmente sulla strada..Alla fine ti trovi la macchinetta fotografica piena di foto di ville di divi e non..e non ricordi più la corrispondenza tra la foto ed il proprietario..ma non fa niente!

Come patria del cinema, non si può non visitare almeno uno tra gli studios che hanno sede nella zona..la Warner Bros, la Paramount ed i grandissimi Universal Studios.

Questi ultimi sono davvero un’istituzione e si può passare una divertentissima giornata lì! Posti su una collina di Hollywood sono un’incrocio tra un luna park, un Disney World e degli studi cinematografici. Le parti più interessanti per un adulto sono sicuramente il giro dei set esterni su un trenino, gli effetti speciali ed i set interni, il tutto mentre si è accompagnati per l’intera giornata dal celebre jingle degli Universal Studios che fatichi a toglierti dalla testa anche i giorni successivi! E’ così che mentre sei sul trenino sperimenti l’essere inseguito dall’omicida di Psycho, il Big One ovvero un terremoto devastante, tanti set di film del passato e di serie tv ancora in lavorazione…

Ad ogni angolo sei catapultato in un mondo diverso, dal set dello Squalo, a quelli dei western, al quartiere di Desperate Housewives, alla ricostruzione della Londra di Notting Hill con tanto di libreria..l’elenco sarebbe infinito!

All’uscita la famosa City Walk, in stile Times Square, è ancora più suggestiva di notte…

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City Walk

c’è l’Hard Rock cafè, ristoranti tipici americani, scritte giganti luminose, cinema e tanti negozi monomarca.

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Hard Rock Cafè

Ultimo consiglio: Hollywood, pur essendo un’area turistica interessante da visitare, non è una bella zona sicura dove soggiornare, al di là di quello che si potrebbe pensare. La controprova sono i prezzi nettamente inferiori degli alberghi e dei residence.

DOWNTOWN:

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Downtown

Non so perchè tutti i Downtown delle città americane sembrino così pericolosi..nonostante il mio amore per gli Stati Uniti, quando ti trovi lì vorresti tornare di corsa nel tuo familiare ambiente europeo. Downtown corrisponde nell’impianto delle città statunitensi al centro della città  dove di solito hanno sede la maggior parte degli uffici. Dopo la fine dell’orario lavorativo queste diventano zone poco raccomandabili, e questo lo dicono tutti..ma io aggiungerei anche negli altri orari! Il Downtown di Miami l’ho visitato solo per fare il cambio tra autobus e metro e dirigermi velocemente in altre destinazioni; a Chicago era una teppa alla stessa maniera; qui sinceramente mi aspettavo di meglio! Quello che ho capito è che teoricamente dovresti avere la macchina, parcheggiare già nei posti giusti, e non aggirarti come siamo abituati in Europa..Se nel nostro continente siamo abituati che tra un monumento e l’altro ci sono nel mezzo tante altre attrazioni e che quindi vale la pena visitare a piedi il percorso, qui in molti punti conviene scendere direttamente al punto d’interesse e poi proseguire per altre destinazioni..forse così ci si accorge meno del contorno. Perchè poi è un peccato, dalle foto non si potrebbe dire..tanti grattacieli bellissimi, giardinetti molto più curati dei nostri, ma neanche scendiamo dall’autobus che iniziano le frasi poco lusinghiere..o forse lo erano, ma sicuramente poco piacevoli! Ambiente decisamente poco sicuro e poco turistico..Facciamo un piccolo giro, arriviamo al sobborgo messicano, descritto dalla guida come molto caratteristico ma non lo troviamo tale..

Adocchiamo la stazione centrale dei treni..meglio andar via..primo treno per Long Beach e siamo sopra!

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Union Station

Alla prossima…

in transito…ai dintorni di Los Angeles (Long Beach, Newport nella contea di Orange County e Santa Barbara)

LA parte 1: in transito a…Beverly Hills

LA parte 2: in transito a…Santa Monica, Venice e Marina del Rey

 

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